Porzioni eccessive di cibo o concesse troppo spesso durante la giornata. E così gli «ospiti di casa» rischiano di soffrire di problemi di peso. Sono tanti i padroni che tendono a viziare i propri piccoli amici. «Il sovrappeso è sempre più un problema per i nostri amici animali – spiega Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi) -. Un’alimentazione scorretta o in eccesso e una carente attività fisica ne sono in genere la causa». Ma quali sono i consigli da seguire? «In linea di massima al cane dovrebbero essere somministrati almeno due pasti giornalieri (nei cuccioli si parte da almeno quattro-cinque somministrazioni per poi diminuire passando ai due pasti a circa sei-sette mesi di età), in modo da distribuire le energie in modo equo durante la giornata. I pasti dovrebbero essere bilanciati e scelti di caso in caso, in base a età, razza, taglia, stile di vita, eventuali patologie presenti. Possono essere concessi piccoli premi durante la giornata, ma mai in eccesso. In commercio sulle confezioni di cibo si trovano in genere le indicazioni sulle quantità giornaliere consigliate. Il cane dovrebbe anche svolgere adeguata attività fisica, adattata anche questa di caso in caso».
Il gatto non ama chiedere. Quanto al gatto, che per natura non ama chiedere, «è necessario lasciare sempre a disposizione il cibo, a meno di prescrizioni particolari – spiega Melosi -. Ottimi sono i distributori di croccantini che mantengono la freschezza del prodotto, pur garantendo sempre una sua disponibilità. Due-tre volte al giorno è possibile dare al micio del cibo umido, che in genere appaga il palato maggiormente rispetto al secco. Più che razionalizzando i pasti, l’obesità del gatto si tiene sotto controllo permettendogli di fare attività fisica (la caccia è la sua preferita, che siano topi o palline). Un errore frequente che vediamo fare è quello di trattare i gatti come dei piccoli cagnolini. Ogni specie ha invece esigenze particolari che vanno rispettate!»
Per il cane, occhio agli strappi alla regola. I proprietari tendono spesso a umanizzare i propri animali o a trattare nello stesso modo cane e gatto, ritenendo che le regole che valgono per l’uno valgano anche per l’altro. «Va invece considerato che cane e gatto non hanno assolutamente esigenze uguali alle nostre – aggiunge Silvia Macelloni, medico veterinario dell’Anmvi – né sanno adattarsi come noi a variazioni continue di alimentazione o a ‘stravizi’. Sono in genere molto più delicati, ed errori alimentari (o eccessi) predispongono rapidamente a problemi psico-fisici anche gravi. Un errore comune è quello di passare al cane cibo dalla tavola. Questa abitudine può causare problemi sia fisici, come obesità, diabete, problemi gastroenterici e danni renali, sia comportamentali: il cane che chiede continuamente, abbaia o mette le zampe sopra al tavolo diventa infatti difficilmente gestibile». Anche aggiungere al cibo commerciale solo carne o pasta può causare problemi, spiega Macelloni: «Quello commerciale è già un cibo bilanciato. Aggiungere carne vuol dire aumentare la quota di fosforo e proteine, mentre aggiungere pasta aumenta la razione di carboidrati. Se proprio il cane non vuol mangiare le crocchette consigliamo di aggiungere un cucchiaio di cibo umido completo e amalgamare bene, oppure preparare ove possibile un pasto umido casalingo bilanciato».
Qualche consiglio anche per Micio. «Per il gatto un errore comune è sia razionare il cibo durante la giornata, sia renderlo disponibile in una sola area della casa. È importante, soprattutto per i gatti che non possono uscire, mettere più ciotole e disporle ad altezze diverse, insieme a ciotole per l’acqua e anche, se possibile, a fontanelle che la distribuiscano. Per il micio gli arricchimenti ambientali sono di fondamentale importanza: il gatto è un cacciatore di piccole prede ed è abituato a passare da momenti di attività predatoria (caccia, agguato, pasto) a momenti di assoluto riposo», conclude il presidente Anmvi. E, se la caccia in casa non può essere facilmente messa in pratica, «la distribuzione del mangime in più punti può, almeno in parte, ricrearne l’atmosfera».
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Miriam Cesta