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Avicoli: nel 2022 domanda globale in aumento, ma costi elevati delle materie prime

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Secondo Rabobank, nel 2022 i mercati globali degli avicoli dovrebbero essere robusti grazie alla riapertura delle economie, all’aumento dei livelli di vaccinazione e a condizioni economiche migliori. E’ quanto si legge in un articolo pubblicato su FeedNavigator.com.

L’ultimo rapporto sull’avicoltura avverte, tuttavia, che la gestione dell’offerta sarà una sfida chiave nel prossimo anno. Si prevede che i costi di input rimarranno elevati nel 2022. In particolare in relazione a mangimi e additivi per mangimi, manodopera, logistica, energia ed edilizia.

Rabobank prevede infatti un aumento del 5% dei costi delle materie prime per mangimi nella prima metà del prossimo anno, con prezzi per mais e soia che dovrebbero raggiungere il picco nel terzo trimestre.

L’appello per l’industria

Insieme agli alti costi logistici ed energetici in corso e alla pressione dell’influenza aviaria (AI) in Europa, Asia e Africa, la scarsa disponibilità di manodopera globale rappresenterà una sfida per la produzione avicola. Gli ostacoli legati al lavoro starebbero limitando sempre più l’espansione degli avicoli, secondo quanto rilevato dai ricercatori.

In alcuni mercati, come Thailandia e Regno Unito, la mancanza di manodopera ha spinto l’industria a ridurre temporaneamente la produzione. Anche le industrie degli Stati Uniti e dell’Ue sono state colpite da problemi relativi ai lavoratori. In particolare, i lavoratori immigrati non tornerebbero negli stabilimenti dopo i blocchi e a causa dei regolamenti governativi. Sottolineano dal team di esperti che questa scarsa disponibilità di manodopera è diventata un campanello d’allarme per l’industria.

“Le sfide operative stanno influenzando la produzione di un’intera gamma di input per la catena di approvvigionamento, portando a una disponibilità limitata e/o a prezzi elevati per componenti come fertilizzanti, additivi per mangimi e genetica/riproduttori”.

La sfida della logistica

Questa situazione è ulteriormente influenzata da un contesto logistico difficile. L’organizzazione delle spedizioni è stata resa più difficile dalla limitata disponibilità di container e dagli alti prezzi di trasporto.

“Alcuni impianti di produzione, in particolare per gli input in Cina, hanno una capacità ridotta, mentre altri sono stati colpiti dagli alti prezzi dell’energia”. A dirlo è Nan-Dirk Mulder, analista senior. Questi alti prezzi dei fattori di produzione spingeranno i produttori avicoli a concentrarsi su rese, approvvigionamento ed efficienza nella catena del valore per ridurre l’uso di mangimi e manodopera.

Commercio globale forte ma volatile

La domanda globale avicola sarà forte ma volatile, date le restrizioni sul lato dell’offerta. Rabobank prevede che il mercato vedrà alti e bassi in linea con gli sviluppi del Covid-19 e le conseguenti misure governative.

“Una grande sfida per i produttori nel 2022 sarà la gestione della volatilità della domanda in un contesto di sfide della catena di approvvigionamento”, ha affermato Mulder. “C’è una certa pressione al ribasso sui mercati. Alcune città, ad esempio in Cina e in alcuni Paesi del Sud-est asiatico, hanno chiuso definitivamente i wet market (mercati di animali vivi) nelle aree urbane. Ciò significherà un continuo passaggio da una catena informale a una più formale e una maggiore domanda di carne lavorata. Allo stesso tempo, assistiamo a una rapida crescita della distribuzione alimentare online e della consegna a domicilio in molti mercati”.

Prezzi avicoli in aumento

La combinazione di una domanda più forte e le sfide dell’offerta creeranno un contesto di prezzi del pollo più sostenuti.

“La fornitura limitata e gli elevati costi di input, a nostro avviso, porteranno a prezzi globali degli avicoli relativamente alti fino al 2022 nella maggior parte delle regioni. In risposta, i produttori cercheranno di intensificare gli investimenti in nuova capacità, anche se saranno lenti a causa degli elevati costi di investimento e delle condizioni di mercato incerte. I produttori si concentreranno quindi sull’ottimizzazione delle strutture esistenti per aumentare la produttività, ma in generale manterranno l’offerta relativamente limitata”, conclude Mulder.

Foto: Pixabay