Il 2015 si è chiuso in negativo: i prezzi dei mercati agricoli sono diminuiti anche a dicembre. Lo segnala l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), precisando che l’Indice dei prezzi agricoli all’origine è sceso a 111,7 (2010=100), registrando una flessione del 2% rispetto al mese di novembre e del 2,5% rispetto a dicembre 2014.
Ha subito una riduzione anche l’Indice “core” elaborato dall’Istituto – calcolato senza includere i prodotti ortofrutticoli, che rappresentano le componenti meno stabili del mercato –, che si è attestato a 111 (2010=100), l’1,8% in meno di novembre. Rispetto all’anno precedente, il valore risulta più basso del 5,6%.
Il settore zootecnico ha registrato una flessione dell’1,7% rispetto a novembre, a causa della discesa dei listini del bestiame vivo (-3,9%), solo in parte compensata dal rialzo dei prodotti lattiero-caseari (0,5%). Tra gli animali vivi, sono diminuiti ancora una volta i prezzi di suini (-6,9%), avicoli (-5,2%) e conigli (-11,4%). Si è, invece, registrata una lieve ripresa delle quotazioni dei bovini (0,3%) e degli ovi-caprini (+4,5%). Infine, rispetto a novembre il costo delle uova è calato dello 0,2%.
Il comparto vegetale ha subito un calo del 2,6% rispetto al mese precedente. Hanno influito soprattutto le flessioni degli ortaggi (-7,8%), dovute all’eccesso di offerta causato dalle temperature insolitamente miti. Sono scesi anche i prezzi degli oli d’oliva (-5,5%), dei semi di soia (-0,9%) e dei cereali (-2,1%). Brusca battuta d’arresto anche per i vini, il cui prezzo è diminuito dell’1,8%. Le uniche due voci in controtendenza sono rappresentate dalla frutta (+3,2%) e dalle colture industriali (+3%).
Su base annua, l’Indice dei prezzi agricoli all’origine arretra del 2,5%, con flessioni più marcate per l’aggregato zootecnico (-3,5%) e minori per il comparto vegetale (-1,7%). Nel settore zootecnico, si è registrata la riduzione del 3,2% per il bestiame vivo, del 2,3% per i lattiero caseari e del 15,9% per le uova. Nel comparto vegetale, sono diminuiti i prezzi degli oli d’oliva (-22,6%), dei cereali (-9,3%) e, in misura inferiore, della frutta (-3,5%) e dei vini (-1,6%). Il confronto con il 2014 è risultato positivo solo per gli ortaggi (+14,8%), le coltivazione industriali (+5,9%) e i semi di soia (+0,3%).
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