Non è necessario che entro il 2050 la produzione agricola raddoppi per soddisfare la domanda di cibo della popolazione mondiale: basta che aumenti di una percentuale compresa tra il 25 e il 70%, Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Bioscience dagli scienziati del Penn State’s College of Agricultural Sciences di University Park (Stati Uniti), secondo cui l’opinione che entro 33 anni occorra raddoppiare la produzione degli alimenti di origine vegetale e animale si fonderebbe su proiezioni ormai superate.
Gli esperti ritengono necessario che la produzione di beni agricoli cresca, ma non a un ritmo così sostenuto. Per arrivare a queste conclusioni, gli autori hanno confrontato le previsioni effettuate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e da David Tilman, un ecologista di rilievo dell’Università del Minnesota (Usa). Lo studio di Tilman prevede che nel 2050 il mondo avrà bisogno del doppio dei beni agricoli prodotti nel 2005. Ma questo, spiegano gli scienziati, equivale a un aumento del 68% rispetto ai livelli di produzione registrati nel 2014. Così, per soddisfare la proiezione della Fao, che ha usato diverse ipotesi e previsto una minore domanda di cibo da parte della popolazione, la produzione dovrebbe aumentare solo del 26% rispetto ai livelli del 2014.
“Entrambe queste proiezioni sono credibili e importanti, ma si basano su anni di riferimenti trascorsi da oltre un decennio, e durante questo lasso di tempo la produzione globale è cresciuta notevolmente – spiega Mitch Hunter, che ha diretto lo studio -. Dato che l’entità della produzione è recentemente aumentata, è piuttosto fuorviante continuare a sostenere che abbiamo bisogno di raddoppiare la produzione agricola entro il 2050”.
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