Nel 2013 la medaglia d’oro di Paese maggiore produttore di mangimi va alla Cina, seguita dagli Usa e dal Brasile, che si attesta al terzo posto. I dati emergono da un sondaggio effettuato da Alltech – compagnia americana che si occupa di salute e nutrizione animale – che ha raccolto i dati di 130 Paesi grazie ai suoi 600 addetti alle vendite che visitano oltre 28 mila mangimifici in tutto il mondo.
Dal sondaggio emerge che, nonostante un calo dell’1% rispetto allo scorso anno (dovuto probabilmente elle epidemie di influenza aviaria), la Cina ha confermato la propria posizione di leadership di Paese produttore con 189 milioni di tonnellate seguita dagli Stati Uniti, dove la crescita è stata piatta rispetto allo scorso anno con 169 milioni di tonnellate e dal Brasile, con 67 milioni di tonnellate. Al quarto posto il Messico, con 29 milioni di tonnellate.
Guardando ai continenti, l’Asia ha prodotto in tutto 348 milioni di tonnellate di mangimi seguita dall’Europa con 226 milioni di tonnellate e da Nord America con 189 milioni di tonnellate e America Latina con 142 milioni di tonnellate (per un totale di 331 milioni di tonnellate). L’Africa, con 30,9 milioni di tonnellate, è il continente in cui la crescita risulta più rapida, pari al 7% all’anno.
Nel 2013 l’industria del pollame ha fatto la parte del leone, rappresentando il 46% del totale dei mangimi prodotti a livello mondiale. I mangimi destinati all’acquacoltura, pari a 40,4 milioni di tonnellate, risultano in crescita del 17% rispetto alla stima del 2012. Anche il cibo per equini è un altro mercato in crescita, con 12,4 milioni di tonnellate (+14 % rispetto al 2012). Il mangime per pollame ha fatto registrare 444,4 milioni di tonnellate (+8,1 % rispetto ai 411 milioni di tonnellate nel 2012 ).
Secondo le stime di Alltech nel complesso il valore del settore dei mangimi risulta essere pari, a livello globale, a circa 500 miliardi di dollari.
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Miriam Cesta