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Redditività degli allevamenti, prezzo di vendita minore dei costi

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I costi di allevamento dei bovini spesso superano il prezzo finale di vendita dei capi. È quanto emerge dall’analisi: “Indagine sulla redditività degli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia”, condotta dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e dal Centro ricerche produzioni animali (Crpa), nell’ambito dell’Osservatorio economico della zootecnia da carne finanziato dal Ministero delle Politiche agricole.

La ricerca è basata sulla rilevazione dei costi e dei ricavi di un campione di 30 aziende specializzate nel segmento del vitellone da ingrasso (razza Piemontese, Garonnese, Charolais, Limousine e incroci), distribuite in Veneto e Piemonte. Nel 2014, il costo medio sostenuto da questi allevamenti si è attestato tra un minimo di 253,62 €/100 kg di peso vivo prodotto – nel caso del campione di aziende localizzate in Veneto – e un massimo di 263,37 €/100 kg, ottenuto dal campione di allevamenti di vitelloni Garonnesi.

La voce di costo relativa all’alimentazione del bestiame appare poco legata alla dimensione dell’allevamento. Sembrerebbe, invece, dipendente dal livello di efficienza alimentare, espresso dal rapporto tra accrescimento giornaliero e unità foraggiere somministrate. Inoltre, i prezzi di mangimi e concentrati e gli indici che esprimono la produttività raggiunta dall’allevamento in fase di accrescimento, risultano variabili altrettanto rilevanti nel determinare il livello dei costi alimentari.

Lo studio ha dimostrato che in quasi tutte le aziende del campione, i prezzi di vendita del bestiame non riescono a coprire tutti i costi. Per tutti i gruppi, il premio specifico non è stato sufficiente a recuperare il costo totale dei vitelloni. L’Ismea precisa che solo includendo l’intero ammontare dei pagamenti diretti (comprensivo del pagamento unico disaccoppiato), risulta un utile netto positivo. Si tratta, in particolare, di un utile pari all’1 e al 5% del costo medio per quanto riguarda le due classi di dimensione in cui sono stati suddivisi gli allevamenti del Nord Est.

Negli allevamenti di capi Blonde d’Aquitaine, invece, i ricavi della vendita dei capi e le erogazioni Pac hanno consentito la copertura di tutti i costi, con margini di profitto ancora negativo per le aziende più piccole (97%), rispetto a quelle di dimensione più elevate (103%).

 

Foto: Pixabay

redazione