Home Attualità Restituire dignità alla scienza per sconfiggere falsi miti, sospetti e incompetenza

Restituire dignità alla scienza per sconfiggere falsi miti, sospetti e incompetenza

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Che l’Italia sia il Paese delle esternazioni dove il parere di un esperto viene messo sullo stesso piano delle dichiarazioni di una persona qualsiasi è un fatto grave e addirittura pericoloso, a cui non ci si deve rassegnare soprattutto quando questi messaggi sbagliati raggiungono orecchie disinformate e indifese.

Soprattutto su argomenti scientifici, capita sempre più spesso di sentire cose inesatte, o peggio del tutto fuorvianti. Opinioni espresse nella maggior parte dei casi da chi non ha competenze e che – spesso abusando della propria notorietà – dispensa giudizi e decreta verdetti come fossero verità assolute.

Ne sentiamo quotidianamente su tutti i principali mezzi di comunicazione, dalla carta stampata alla televisione, dalla radio a internet, dove chiunque si alza e dice la sua sugli argomenti più vari.

Se nel privato ciascuno è chiaramente padrone di dire ciò che vuole, nella comunicazione pubblica non dovrebbe essere così, per i rischi che la risonanza di quelle affermazioni possono comportare, soprattutto perché su certi argomenti la prudenza o meglio il controllo di ciò che viene detto sarebbe d’obbligo.

Un atteggiamento approssimativo che, nel caso di argomenti di carattere scientifico, non dovrebbero essere tollerati. Non può essere messo sullo stesso piano il parere di una persona qualsiasi, pur se famosa, con quello di un esperto, inducendo a credere false verità ma, soprattutto, sminuendo il prestigio e la credibilità del mondo scientifico e riducendo la scienza a mera forma di spettacolo.

Un vero e proprio “abuso” a cui ricorrono in tanti, politici, uomini dello spettacolo, professionisti della comunicazione, molti dei quali contribuiscono così, sempre più spesso, a delegittimare il parere degli scienziati ed insinuando addirittura il tarlo che questi possano essere al servizio di interessi diversi.

Gli esempi sono tantissimi, pensiamo nel tempo meno recente alle notizie sulla BSE, alla paventata pandemia derivante dall’influenza aviaria, alle mille nefandezze che deriverebbero dagli Ogm, a quelle più recenti, tra cui le dichiarazioni di personaggi famosi che hanno incitato a non vaccinare i bambini, alla manipolazione mediatica con cui è stato diffuso il parere dello Iarc sulla presunta cancerogenicità delle carni rosse, ed in questi giorni alle notizie che si accavallano sull’uso del glifosato.

Tutti temi che, anziché essere lasciati alla scienza competente ad esprimere le proprie considerazioni sulla base degli studi condotti, vengono invece lasciati all’incompetenza e all’approssimazione, più o meno voluta, di questo o di quello, con il risultato di disinformare e di disorientare un’opinione pubblica sempre più indotta a diffidare di tutto. E ciò senza che chi viene indotto a diffidare di tutto sia ingannato meno degli altri, anzi spesso lo è molto di più.

Le affermazioni scientifiche, comprovate da studi sulla cui serietà non si discute, non posso e non devono essere messi in discussione da chi non ha titolo per farlo. Ciò non toglie che ognuno possa avere le proprie opinioni, ci mancherebbe altro, ma ci sono dati di fatto che possono essere messi in discussione solo da coloro che hanno la competenza per poterlo fare.

Mettere in discussione, come spesso viene fatto i pareri scientifici di autorità con un’indiscussa credibilità anche a livello internazionale, vedi ad esempio l’Efsa, non fornisce e non assicura a nessuno migliori garanzie.

Indurre l’opinione pubblica a sospettare, o addirittura a negare l’attendibilità, di conoscenze scientifiche definitivamente acquisite, provoca conseguenze gravissime sul piano non soltanto economico mettendo in ginocchio interi settori che contribuiscono a sostenere il Paese, ma soprattutto sul piano sociale perché danneggia per primi proprio coloro che vengono indotti a diffidarne, insinuando dubbi anche là dove esistono certezze indiscusse.

Il problema è molto più serio di quanto sia lecito immaginare per le proporzioni che la disinformazione sta assumendo e per l’indifferenza generale con cui questa viene accolta.

Avere dubbi è legittimo e fa vivere a volte è il sale della vita, ma insinuare il sospetto è una malattia grave che la mette a rischio. Il dubbio fa parte della vita e della natura umana, ma il sospetto è una malattia da combattere e non da diffondere.

 

Foto: Pixabay

Giulio Gavino Usai