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Ruud Tijssens (Fefac), l’industria mangimistica deve puntare su innovazione e sostenibilità

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Il ruolo dell’industria mangimistica europea è quello di fornire alimenti per animali capaci di rendere gli allevamenti più efficienti, redditivi e sostenibili. Lo afferma, in un’intervista rilasciata al sito World Grain, il Presidente di Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation) Ruud Tijssens, evidenziando che il comparto intende continuare a investire nel settore ricerca e sviluppo, per poter sviluppare soluzioni efficaci e innovative, capaci di migliorare la redditività degli allevamenti e combattere l’antimicrobico-resistenza. “L’industria mangimistica può svolgere un ruolo importante – osserva il Presidente -. Il nostro compito è quello di fornire soluzioni nutrizionali che favoriscano la salute degli animali e ne promuovano la resistenza alle infezioni, riducendo così la necessità di ricorrere agli antibiotici”.

Il dottor Tijssens evidenzia che la fornitura di mangimi di qualità favorisce la sostenibilità. Aumentare il grado di benessere degli animali, per esempio, permette di ridurre la necessità di utilizzare i fosfati. Inoltre, sottolinea il fatto che i legislatori europei tendono sempre di più a coinvolgere i rappresentati dell’industria mangimistica nello sviluppo di linee guida sostenibili per l’alimentazione animale. Fefac ha collaborato, infatti, con la Commissione Europea nella redazione di un metodo volto a calcolare l’impronta ambientale della produzione di mangimi. Inoltre, insieme a Ifif (International feed industry federation) ha creato una banca dati pubblica sugli ingredienti dei mangimi, che ha ricevuto il supporto della Commissione Europea. Il Presidente comunica anche che Fefac ha sviluppato insieme a Copa-Cogeca il codice di etichettatura e che ha elaborato le “Soy Sourcing Guidelines”, le linee guida sulla produzione sostenibile della soia, che sono state accolte molto bene dal mercato.

L’esperto affronta anche la questione degli Ogm (organismi geneticamente modificati), sottolineando come i ritardi che caratterizzano il rilascio delle autorizzazioni dei prodotti Gm rappresenti un problema per il settore. Le lungaggini dovute alle procedure burocratiche finiscono, infatti, per danneggiare i produttori europei, che risultano meno competitivi rispetto a quelli dei Paesi extra-UE. Tijssens sottolinea che in Europa non c’è nessuna tolleranza sui prodotti che non sono stati autorizzati dall’Unione. Inoltre, l’analisi dei rischi sulle materie prime importate, trattate con prodotti chimici non ammessi nell’UE, avviene con metodi diversi nei diversi Stati membri. Pertanto, a nome di Fefac chiede alla Commissione Europea di trovare soluzioni adeguate e condivise, che permettano di fare chiarezza e sveltire le procedure. “Chiediamo un approccio più generico, che chiarisca quali sono le linee guida da seguire – conclude il Presidente -. Ho sempre sottolineato che la ‘tolleranza zero’, che dovrebbe presupporre anche ‘zero rischi’, è una creazione politica, che non esiste nella vita reale”.

Foto: © Pavel Losevsky – Fotolia

redazione