Secondo un rapporto del Global Agricultural Information Network del Foreign Agricultural Service (FAS) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, citato da World Grain, la produzione di semi oleosi dell’Unione Europea per l’anno in corso è destinata ad aumentare del 4%, raggiungendo così i 33,13 milioni di tonnellate. Una ripresa importante, dopo la siccità dello scorso anno, possibile grazie a rese migliorate da un’area coltivata sempre più ampia (12,67 milioni di ettari, in aumento del 2% rispetto all’anno scorso).
È sempre la colza il seme oleoso dominante nella produzione europea: 19,3 milioni di tonnellate la produzione prevista (-1%), seguita dai semi di girasole a 10,5 milioni di tonnellate (+13%) e 2,8 milioni di tonnellate di semi di soia (+12%).
Secondo il Foreign Agricultural Service “l’elevata domanda di semi oleosi e prodotti a base di semi oleosi e i prezzi interessanti delle materie prime hanno alimentato l’aumento dell’area coltivata a semi oleosi. Sono previste rese significativamente più elevate per girasole e soia, mentre le rese per la colza dovrebbero essere leggermente inferiori rispetto alla campagna di commercializzazione precedente. Nella maggior parte delle Regioni dell’UE finora le condizioni di crescita sono state favorevoli”.
La produzione di farine di semi oleosi, secondo il FAS, resterà invariata, con il consumo di mangimi a base di farine di semi oleosi che dovrebbe diminuire di circa l’1% in linea con il calo del settore zootecnico e lattiero-caseario nella nuova campagna di commercializzazione.
La domanda dell’UE per soddisfare le esigenze dei frantoi di semi oleosi e produrre farine e olii supera generalmente la produzione dei 27 Paesi membri ma i flussi commerciali continuano ad affrontare le sfide dell’invasione russa dell’Ucraina, fornitore chiave per l’UE che importa dal 50% al 70% della farina di girasole e dall’80% al 90% dell’olio di girasole proprio dall’Ucraina. Relativamente alla colza, la quota di mercato europea dell’Ucraina si avvicina al 40%.