Associazioni e organizzazioni dell’agroalimentare e della zootecnica perplesse sull’applicazione della strategia Farm to fork!”. Tale perplessità è al centro di una dichiarazione scritta e firmata da una trentina di realtà, tra queste, solo per citarne alcune: Copa-Cogeca, FEFAC e Carni Sostenibili.
“Un anno fa, a Bruxelles, la Commissione Europea ha presentato la strategia Farm to fork. Tuttavia, – continua la lettera – non possiamo celebrare questo anniversario, poiché la strategia solleva ancora troppi interrogativi nella comunità agricola e agroalimentare europea. Quest’anno di dibattiti intensi non ha fatto che aumentare le nostre preoccupazioni”.
“Sia ben chiaro, non siamo di principio contrari all’approccio proposto. Infatti – prosegue il mondo dell’agroalimentare – siamo consapevoli che il nostro sistema alimentare deve integrare ulteriori misure per diventare più sostenibile il più velocemente possibile, mantenendo nel contempo i più elevati standard di qualità e i prezzi accessibili degli alimenti. Tuttavia, questa strategia non avrà conseguenze solo sulla qualità ambientale della nostra agricoltura, ma anche sulla nostra capacità di produzione, sulla nostra competitività, sulle nostre importazioni e, infine, sui prezzi al consumo”.
“Una valutazione d’impatto esaustiva sarebbe il modo appropriato per avviare una discussione concreta. Tale studio è stato promesso dal vicepresidente Frans Timmermans. Tuttavia, nonostante le promesse fatte in molte occasioni in linea con i principi di ‘buon governo’ della Commissione, ora sappiamo che tale valutazione non verrà effettuata. Gli studi condotti singolarmente sui diversi obiettivi della strategia non sono sufficienti. Solo un’analisi cumulativa e incrociata di tutti gli obiettivi proposti nella strategia permetterebbe di comprendere le sfide che questa comporta”.
Infine i firmatari chiedono “l’applicazione di tre principi di buon senso: avere una politica basata su dati concreti e prove scientifiche, in linea con il principio ‘legiferare meglio’, non su ideologie e posizioni politiche; iniziare a parlare concretamente di strumenti e tecnologie per creare entusiasmo nella nostra comunità agricola nei confronti di questo progetto politico e, infine, di avere lo stesso livello di ambizione nel mercato interno dell’UE e nei confronti dei partner commerciali internazionali che non condividono le stesse ambizioni”.
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