La sicurezza alimentare è una priorità per l’Unione Europea, che mette in campo rigorose normative per garantire che i consumatori possano godere di alimenti privi di rischi. Una delle preoccupazioni principali riguarda la presenza di residui di antibiotici nei prodotti alimentari di origine animale, anche se è importante sottolineare che non vi sono residui nocivi di antibiotici nei cibi che consumiamo in Unione Europea.
Come ricorda un comunicato della European Livestock Voice, un gruppo di attori del settore mangimistico e della produzione di carni animali, normative dell’UE includono anche gli standard per i “periodi di sospensione”, ossia il tempo minimo tra il trattamento di un animale e l’ingresso dei suoi prodotti nella catena alimentare. Questi periodi consentono al corpo dell’animale di metabolizzare ed eliminare eventuali residui di farmaci. Test di sicurezza verificano che i livelli di residui siano al di sotto dei Limiti Massimi di Residuo (LMR), limiti rigorosamente monitorati dalle autorità nazionali.
Le normative regolano anche i medicinali veterinari, compresi gli antibiotici, stabilendo Limiti Massimi di Residuo. Le aziende devono dimostrare la sicurezza dei loro prodotti, garantendo che i residui siano ben al di sotto dei livelli che potrebbero influenzare la salute dei consumatori. Nel 2022, oltre 620.000 campioni in tutta l’UE sono stati testati per i residui di medicinali veterinari, con solo lo 0,17% dei casi che superava i limiti per sostanze indesiderate.
La costante diminuzione nell’uso di antibiotici e il rispetto dei periodi di sospensione da parte degli agricoltori dimostrano l’impegno del settore dell’allevamento e della medicina veterinaria nella lotta contro la resistenza agli antibiotici. La sicurezza alimentare rimane una priorità, sostenuta da normative rigorose e dalla cooperazione di tutta la filiera alimentare.