Il mercato cinese della soia è sempre più in difficoltà a causa delle importazioni estere del legume. E’ quanto emerge da un articolo pubblicato sul Global Times secondo cui, nonostante la soia sia uno degli alimenti più utilizzati nella cucina cinese – dal tofu all’olio da cucina, passando per i mangimi per gli animali, sono infatti moltissimi gli impieghi che di questo legume vengono fatti -, attualmente la sua coltivazione è ridotta a poco più del 20% di quello che è il fabbisogno del Paese. L’altro 80% è di importazione, perché più conveniente, e proviene principalmente da Stati Uniti, Brasile e Argentina. E in gran parte è geneticamente modificata.
Stando alle cifre, nel 2012 la Cina ha importato circa 59 milioni di tonnellate di soia, a fronte dei 13 milioni che vengono prodotti dai contadini cinesi. E nella provincia del Liaoning, tanto per fare un esempio, si è passati da 40 mila ettari coltivati a soia nel 2008 ai 12 mila di quest’anno.
La situazione è aggravata dalla tendenza degli agricoltori ad abbandonare la soia a favore di altre colture, come le arachidi, che rendono di più e possono essere vendute a prezzi maggiori, facendo aumentare i guadagni per i contadini. Nel mese di giugno il ministero dell’Agricoltura cinese ha approvato l’importazione di altri tre semi di soia geneticamente modificati, che si aggiungono agli undici già autorizzati.
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Miriam Cesta