Il cotone biotech, oro bianco cinese. Un’altra delle rivoluzioni agricole nella Repubblica Democratica la cui popolazione ha ormai raggiunto 1,3 milioni di abitanti. Tra il 1996 e il 2012 la produzione del solo cotone modificato geneticamente ha fatto registrare un controvalore di 15 miliardi di dollari, 2,2 solo nel 2013. Dal punto di vista della biosostenibilità la coltivazione di varietà che necessitano di minori quantità di insetticidi ha permesso di ridurne l’uso del 50%.
Dal cotone al riso il passo potrebbe essere breve. Gli analisti prevedono che il cotone d’oro potrebbe spianare la strada all’ingresso del fitomais che ha ricevuto l’approvazione per la biosicurezza già nel 2009 e di due varietà di riso già autorizzate. Con la crescita di 500 milioni di suini e un totale di 13 miliardi di polli allevati, la Cina avrà bisogno di 35 milioni di ettari in più di mais per sostenere la produzione mangimistica. “La Cina, che ha già maturato un’esperienza positiva con la produzione di fibre di cotone – spiega il presidente di dell’International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications Clive James -, potrebbe anche beneficiare del mais biotech attraverso il quale incrementare e potenziare la produzione di grano per l’alimentazione animale”.
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Redazione