Home Attualità Sostenibiltà, Fefac si unisce al comitato anti-deforestazione

Sostenibiltà, Fefac si unisce al comitato anti-deforestazione

428
0

L’industria mangimistica europea in difesa delle foreste subtropicali. Nick Major, il presidente di Fefac, la federazione europea che riunisce i produttori di mangimi, è entrato a far parte del Global Steering Committee, un comitato del Governors’ Climate and Forests Task Force, l’organismo internazionale impegnato nel contrasto alla deforestazione.  

La GCF Task Force è nata nel 2009 dall’accordo di dieci governatori di Usa, Brasile e Indonesia e oggi si avvale della collaborazione di 38 fra Stati e province di diversi Paesi – oltre a questi anche  Messico e Spagna, ad esempio – per definire un approccio giurisdizionale al raggiungimento di uno sviluppo agrario a basso impatto ambientale, riducendo lo sfruttamento del suolo e delle foreste. Nella Dichiarazione di Rio Branco, in occasione del Meeting annuale del 2014, la task force ha definito l’obiettivo della riduzione della deforestazione dell’80% entro il 2020. 

Il Global Steering Committee è uno degli strumenti con cui l’organismo cerca di definire nuove partnership tra diversi attori, come i governi locali e gli esperti internazionali. Questo comitato supporterà le strategie che già sono in fase di sviluppo negli Stati e nelle province riunite nella task force e lavorerà per unire questi sforzi ai processi regionali e a quelli internazionali. Tra questi ultimi c’è la Tropical Forest Alliance 2020, una partnership globale pubblico-privata che ha sempre come scopo il contenimento della deforestazione associata alla fornitura di commodities come olio di palma, soia, carta e allevamenti bovini. 

Il comitato, tra l’altro, supporterà gli accordi giurisdizionali di approvvigionamento e la sua azione si inserirà direttamente nelle strategie regionali e statali di Brasile, Colombia, Indonesia, Messico e Perù. I suoi gruppi di lavoro saranno supportati dal team di Redd+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation), il programma di sviluppo dell’Onu.

 

Foto: Pixabay

redazione