In Italia ogni settimana vengono sprecati in media 370 grammi di cibo a famiglia. Lo rivela il rapporto: “L’Osservatorio sulle eccedenze, sui recuperi e sugli sprechi alimentari – Ricognizione delle misure in Italia e proposte di sviluppo” realizzato dal Ministero delle politiche agricole e dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), su richiesta del “Tavolo per la lotta agli sprechi e l’assistenza alimentare”, al quale partecipano tutti gli attori della filiera agroalimentare, le Istituzioni competenti e gli enti caritativi.
Il rapporto rappresenta un primo bilancio degli sprechi alimentari in Italia, con particolare attenzione ai consumi domestici. Dall’indagine emerge che nel Belpaese ogni settimana si sprecano in media 370 grammi di cibo a famiglia, meno rispetto ad altri paesi europei come Spagna (534 grammi), Germania (425 grammi) Ungheria (417 grammi), ma più che in Olanda (365 grammi).
In Europa le categorie alimentari che registrano la maggiore quantità di spreco sono: frutta fresca, pane, verdura fresca e bevande analcoliche (che comprendono il latte fresco). L’Italia si caratterizza per una maggiore propensione allo spreco di frutta e verdura fresca, ma una minore tendenza allo spreco di carne, zuppe e vellutate, bevande analcoliche, patate, yogurt, budini e merende fresche.
Rispetto agli altri quattro paesi europei sottoposti all’indagine, si osserva che in Italia vengono buttati soprattutto prodotti completamente inutilizzati (43,2% vs 31%), mentre si riscontra una minor propensione a gettare gli avanzi del piatto (14,6% vs 20,0%) e i prodotti aperti ma non terminati perché scaduti (30,3% vs 36%).
“Questi primi dati dimostrano un’attenzione crescente da parte dei cittadini nei confronti della tematica – sottolinea il Ministro delle politiche agricole, Gian Marco Centinaio -. Un rispetto per il cibo e per il lavoro che c’è dietro. Avere dei dati attendibili contro gli sprechi è un importante passo in avanti nella lotta a questo fenomeno, anche dal punto di vista sociale. Per questo il nostro impegno prosegue attraverso campagne di comunicazione che sono in programma per sensibilizzare il maggior numero di persone”.
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