Agli Stati generali dell’economia protagonista l’agroalimentare. In agenda giovedì 18 luglio gli incontri con il sistema produttivo legato al settore primario. Hanno preso parte, tra gli altri, la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i rappresentanti delle organizzazioni professionali e di categoria. Questi ultimi hanno illustrato al governo le necessità più immediate per risollevare il comparto e gli ambiti di intervento per rilanciarlo nel medio e lungo termine. Tra le richieste delle associazioni molti punti in comune: semplificazione, investimenti su infrastrutture e reti digitali, promozione del Made in Italy.
Da Confagricoltura a Copagri a Cia-Agricoltori italiani, all’unanimità le sigle intervenute hanno sottolineato il bisogno di alleggerire il peso della burocrazia sul settore produttivo. “In un Paese che vuole essere all’avanguardia, i ritardi nella stesura di un decreto attuativo o di una circolare ministeriale bloccano l’erogazione di provvedimenti attesi da migliaia di cittadini e imprese in difficoltà”, ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Tra gli strumenti che beneficerebbero della semplificazione il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha indicato il voucher agricolo, indispensabile per favorire l’occupazione nei campi.
Sul punto ha replicato la ministra Bellanova: “Molto è già presente nel Decreto Semplificazione e registro come alcune importanti priorità indicate siano quelle che già da tempo ci vedono al lavoro. Per questo mi auguro che produzione, trasformazione, distribuzione non disperdano l’esperienza di questi mesi”.
Stimolare i consumi e promuovere il Made in Italy
Al centro della discussione la Strategia nazionale per il sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura ricompresa nel piano di Progettiamo il rilancio. Una sua illustrazione dettagliata sarà oggetto di un incontro al ministero nei giorni a venire ma è possibile indicare le sue priorità: il potenziamento delle imprese e delle filiere, la lotta al dissesto idrogeologico, la tutela delle risorse come acqua, suolo e foreste, la tracciabilità e la sostenibilità, la promozione internazionale. Tutti obiettivi condivisi dalle organizzazioni che hanno partecipato al confronto.
In un’ottica di rilancio del sistema produttivo Franco Verrascina, presidente di Copagri, ha parlato di una vera e propria ristrutturazione del settore. Pertanto, oltre che alla semplificazione burocratica, bisogna dare priorità alle agevolazioni contributive, alla promozione dell’agroalimentare al sostegno delle filiere, partendo da quelle più colpite come la zootecnia, sia il settore suinicolo che gli allevamenti di bovini da carne e da latte.
Il presidente di Cia, Dino Scanavino, ha lanciato l’idea di un nuovo paradigma territoriale e di reti di impresa territoriali per rafforzare i sistemi produttivi e le piccole e medie imprese. Attenzione merita anche il fronte della domanda, come ha ricordato Giansanti: “La ripresa economica richiede un immediato intervento per stimolare la domanda. Ho proposto al governo una riduzione delle aliquote Iva sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale sul lavoro allo scopo di rilanciare i consumi”.
Un’altra parola chiave rimbalzata tra i vari interventi è stata ‘competitività’. L’agricoltura italiana deve diventare più competitiva per rafforzare la sua posizione sui mercati internazionali. “Dobbiamo crescere, farci conoscere ed apprezzare ed aumentare le nostre esportazioni. Per far questo occorre una grande opera di innovazione del sistema agroalimentare italiano, che dovrà passare necessariamente attraverso le infrastrutture, fisiche e digitali”, ha ribadito Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza delle Cooperative del Settore agroalimentare. Mercuri ha inoltre richiamato la necessità di migliorare la capacità produttiva dell’Italia in quanto “deficitari di materia prima in diversi settori”.
Nella parte del piano Progettiamo il rilancio dedicata alla filiera agroalimentare e della pesca il primo punto rinvia al nuovo corso delle politiche europee di settore: l’attuazione del Green Deal, di cui fa parte la strategia Farm to Fork, e la rinnovata Politica agricola comune. Nel contesto europeo l’Italia può svolgere un ruolo di primo piano, come ha ricordato Scanavino mentre Prandini ha accolto positivamente l’apertura dell’Ue in tema di tracciabilità riguardo all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro a livello europeo.
Foto: © EwaStudio-Fotolia