Due notizie per i coltivatori di mais statunitensi: una buona, l’altra meno. E’ ormai noto che nelle ultime settimane il mais ha conosciuto un deprezzamento dovuto al taglio della richiesta di biocarburante, per il prossimo anno, da parte della Enviromental Protection Agency statunitense. Ebbene, la notizia buona è che l’intensificarsi dell’allevamento dei maiali – ma anche di altri animali – potrebbe provocare un incremento della richiesta di mais, favorendo un aumento del valore di questa coltura. Quella meno buona è che potrebbero passare diversi mesi prima che l’aumento delle richieste da parte degli allevatori si traduca in una domanda maggiore di questa coltura. A spiegarlo è Christopher Hurt, economista agricolo della Purdue University: “Se gli utili derivanti dalla filiera produttiva del maiale vengono assegnati al valore del mais – spiega lo studioso – la stima di questa coltura arriva a 6,85 dollari per bushel”. Attualmente, invece, in base alle stime del Dipartimento di Agricoltura statunitense ” per i produttori di mais il prezzo stimato per bushel è di 4,50 dollari”.
Purtroppo, spiega Hurt, ci vorrà tempo affinché il prezzo del mais possa risentire positivamente dell’aumento della richiesta da parte degli allevatori, e questo non accadrà prima della fine del 2014.
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m.c.