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Ucraina, il raccolto del mais in calo del 18% per la crisi politica

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Il “granaio d’Europa” potrebbe essere più povero per colpa della tensione con la Russia. Gli analisti stimano, infatti, per l’Ucraina una riduzione record della campagna maidicola di quest’anno pari a circa il 18%. È uno degli effetti della crisi politica che sta agitando il quadrante orientale dopo il cambio al vertice del Paese, osteggiato dai Russi, e il braccio di ferro sull’indipendenza della Crimea.

I venti di guerra stanno, infatti, abbattendosi anche sulle campagne. Secondo gli analisti di Agritel, azienda francese che ha una sede a Kiev, la produzione di mais potrebbe scendere a circa 23 milioni di tonnellate, dopo il raccolto record del 2013 che aveva superato quota 30 milioni di tonnellate. Colpa di rendite più basse, della crisi della moneta locale e del disinvestimento da parte degli agricoltori ucraini, che per la prima volta in 5 anni stanno riducendo al superficie coltivata a mais. La moneta nazionale si è svalutata di circa il 34% sul dollaro nelle ultime settimane e l’accesso al credito risulta sempre più difficile per effetto dell’instabilità politica. Per questo, molti agricoltori potrebbero optare per coltivazioni più economiche, come i semi oleosi o altri cereali, il cui costo per ettaro è fino al 50% più vantaggioso del masi. Nonostante questo, l’Ucraina si dovrebbe confermare anche nella prossima stagione come terzo esportatore mondiale di mais, dietro Stati Uniti e Brasile.

 

 

Foto: © smereka – Fotolia

Cosimo Colasanto