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UE: diversificazione commerciale fondamentale per il settore agroalimentare

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Un rapporto pubblicato nell’ottobre scorso dalla Commissione Europea sottolinea la diversificazione nel commercio dell’Unione Europea (UE), citandolo come un pilastro fondamentale per un settore agroalimentare competitivo e resiliente. Secondo una nota ufficiale della Commissione, affrontare il rischio per le catene di approvvigionamento e le loro vulnerabilità è fondamentale la diversificazione delle principali commodity alimentari con una vasta gamma di partner: in questo modo non solo si rafforza la resilienza evitando dipendenze inutili da certe importazioni, ma si assicura anche un flusso costante di esportazioni. Mentre alcune dipendenze persistono per alcune commodities, l’Unione Europea, essendo il principale esportatore mondiale e uno dei maggiori importatori di prodotti agroalimentari, mantiene relazioni commerciali equilibrate e favorevoli con i Paesi terzi.

Il rapporto, intitolato “Verso un’Europa più resiliente, competitiva e sostenibile” ricorda che la Commissione ha presentato due pacchetti di sostegno finanziario e misure di emergenza per sostenere gli agricoltori UE e migliorare la resilienza dei sistemi alimentari, incluso l’attivazione del “European Food Security Crisis preparedness and response Mechanism (EFSCM)”. In linea con l’impegno a monitorare attentamente i mercati agroalimentari e i flussi commerciali, nonché a mappare i rischi e le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento dell’UE, la Commissione Europea ha valutato il livello di diversificazione delle esportazioni e importazioni agroalimentari dell’UE dal 2012 al 2022.

Le esportazioni agroalimentari dell’UE mostrano un livello di diversificazione simile ad altri grandi esportatori come gli Stati Uniti e la Cina. Sebbene la maggior parte delle categorie agroalimentari dell’UE sia ben diversificata tra i partner commerciali, una grande parte delle esportazioni (21% nel 2022) è destinata al Regno Unito.

Alcuni prodotti, come il vino, sono meno diversificati, con il 28% delle esportazioni di vino dell’UE destinate agli Stati Uniti, e il 25% delle esportazioni totali di carne suina dell’UE destinato alla Cina.

Per quanto riguarda le importazioni agroalimentari nell’UE, queste mostrano una diversificazione complessiva maggiore rispetto agli altri grandi importatori. Tuttavia alcune categorie di prodotti e Paesi, come il Brasile, l’Argentina e l’Ucraina per oli e proteine, mostrano livelli di concentrazione più elevati. Le importazioni di cereali, latticini, carne suina, bevande, alcolici, olive e olio d’oliva sono le più concentrate, ma non rappresentano rischi strategici significativi.

Analizzando i principali partner commerciali dell’UE nel settore agroalimentare – Regno Unito, Stati Uniti, Cina, Brasile e Ucraina – emerge che l’UE ha un saldo commerciale positivo di 27 miliardi di euro, con un totale di 58 miliardi di euro di interscambio nel 2022. Il Regno Unito è il principale partner commerciale agroalimentare dell’UE, seguito dagli Stati Uniti e dalla Cina. Tuttavia, le importazioni dall’UE dal Brasile e dall’Ucraina superano le esportazioni.

Questa analisi evidenzia la cruciale diversificazione del commercio alimentare dell’UE, elemento chiave per garantire una resilienza continua e mantenere relazioni commerciali equilibrate nel panorama mondiale.