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Uova da consumo, produzione italiana pari a quasi 1 miliardo di euro

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Nel 2018 sono stati prodotti in Italia oltre 12,2 miliardi di uova, pari a circa 772 mila tonnellate di prodotto. Lo evidenzia il rapporto: “Il comparto delle uova da consumo 2018” pubblicato dall’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), secondo cui la produzione italiana di uova vale poco meno 1 miliardo di euro per la sola parte agricola, mentre il fatturato delle vendite per la lavorazione e la trasformazione del prodotto finito porta al comparto altri 1,5 miliardi di euro di volume di affari.

L’Ismea sottolinea che nel 2018 i consumi di uova in Italia hanno continuato a crescere, confermando i risultati positivi raggiunti nel 2017. Presso la grande distribuzione organizzata (Gdo) le vendite delle uova sono aumentate dell’1,7% rispetto all’anno precedente, mentre i fatturati sono cresciuti del 15%. Tuttavia, il consumo nazionale di uova è leggermente inferiore alla media europea e si attesta intorno a 13,4 Kg pro-capite. Ciò significa che ogni italiano consuma circa 214 uova l’anno, fra consumo diretto e indiretto – il 40% del prodotto è, infatti, utilizzato nell’industria alimentare sotto forma di ovo-prodotti.

La produzione italiana è garantita da oltre 38 milioni 900 mila galline ovaiole, presenti in oltre 1.800 allevamenti a gestione professionale. Più della metà della produzione è concentrata nel Nord Italia: a guidare la classifica è il Veneto, dove viene prodotto il 26% delle uova italiane. Seguono la Lombardia (25%) e l’Emilia Romagna (17%), mentre al Sud la regione in cui si producono più uova è la Sicilia (6%).

L’Istituto sottolinea che in termini di consumo di uova l’Italia è autosufficiente: ne produce un numero sufficiente a coprire l’intero fabbisogno nazionale. La produzione di uova da consumo a livello Comunitario supera i 6,4 milioni di tonnellate e l’Italia si posiziona al quarto posto, dopo Francia, Germania e Spagna. Di tutte le uova comunitarie il 53% provengono da allevamenti in gabbie arricchite. In Italia la percentuale è leggermente superiore alla media europea e raggiunge il 55%. Tuttavia, un’ingente parte di uova provenienti da gabbie arricchite non è destinata al consumo fresco: presso la Gdo meno della metà delle uova vendute (45%) appartiene a questa categoria. Ma è ancora esigua la quota di uova da allevamento “bio e all’aperto”, che si attesta all’11% – mentre in Europa è arrivata al 20% – e, secondo l’Ismea, questo prodotto per il momento presenta poche possibilità di crescita.

Foto: Moira Nazzari_Pixabay

red.