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Usa, arrivo anticipato degli afidi mette a rischio coltivazioni di soia

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Nelle piantagioni statunitensi di soia sono già comparsi gli afidi. Questi parassiti, in grado di uccidere le piante e rovinare ingenti parti del raccolto, sono stati rinvenuti prima rispetto agli anni precedenti. A comunicarlo è Erin Hodgson, un entomologo dell’Iowa State University di Ames (Usa). L’esperto riferisce che i produttori di soia del Wisconsin, del Minnesota e dell’Iowa hanno iniziato i trattamenti contro gli afidi circa due settimane prima rispetto all’anno scorso.

Gli afidi rappresentano solo una delle minacce che I coltivatori di soia devono affrontare in questo momento. Lo studioso evidenzia che occorre fare i conti anche con i nemici di sempre, i nematodi cisticoli della soia, e con nuovi avversari, come i funghi della famiglia diaporthe phaseolorum. Per combattere alla radice questi problemi, Hodgson consiglia di tenere sotto controllo le piantagioni, in modo da poter individuare subito la presenza dei parassiti ed eliminarli prima che si diffondano.

Gli afidi possiedono bocche specializzate, in grado di trapassare lo strato esterno della pianta e succhiarne la linfa. Questo processo causa la disidratazione dei semi di soia, determinando una perdita di raccolto che in alcuni casi può raggiungere il 40%. Hodgson spiega che la presenza di qualche esemplare su una pianta non causa danni apprezzabili, ma se la popolazione di afidi raggiunge le 250 unità per arbusto, è necessario intervenire con un antiparassitario. Questi insetti, infatti, si riproducono velocemente: possono raggiungere fino a 15 generazioni in una sola stagione di crescita. Pertanto, 250 afidi su una pianta potrebbero diventare 650 esemplari nel giro di poco tempo.

L’entomologo non è in grado di spiegare con certezza i motivi della comparsa precoce degli afidi, ma raccomanda i produttori di stare all’erta. “Gli afidi non sono stati rinvenuti in tutti i campi, e, nei casi in cui siano presenti, l’infestazione potrebbe variare all’interno delle diverse aree dell’azienda – spiega Hodgson -I produttori dovrebbero ispezione le piante di persona, camminando in mezzo agli arbusti. Non è possibile scorgere questi animali se si resta sulle autovetture”.

 

Foto: Pixabay

n.c.