Crescono i prezzi della soia prodotta negli Usa, mentre scendono quelli del mais. Lo evidenzia un articolo pubblicato sul sito Agweb, secondo cui la crescita delle quotazioni del legume sarebbero dovute alla forte domanda proveniente dalla Cina. Invece, i listini del cereale risentirebbero di un’offerta globale abbondante e della concorrenza di altri paesi che hanno valute più deboli.
Secondo gli analisti, se la situazione non dovesse cambiare, è previsto un generale crollo dei prezzi delle materie prime prodotte negli Usa. La scorsa settimana la statunitense Federal Reserve Bank ha annunciato di voler lasciare invariati i tassi d’interesse per almeno un altro mese, una mossa che ha un po’ indebolito il dollaro. Tuttavia, anche così, la moneta americana è più forte rispetto alle valute della concorrenza. Inoltre, se come annunciato venisse attuato il rialzo dei tassi prima della fine del 2016, la vendita delle materie prime prodotte negli Stati Uniti sarebbe ancor più penalizzata.
“Ora come ora siamo a malapena competitivi, se il valore del dollaro dovesse crescere, lo saremo di meno – dichiara a Agweb Don Roose, Presidente di U.S. Commodities -. Oggi, il mais e il grano per foraggio del Mar Nero sono più convenienti dei nostri. E lo è anche il grano proveniente dalla Russia”.
Un altro problema è determinato dall’abbondanza dei raccolti: “Il problema principale è che le forniture globali di grano e di mais sono abbondanti – osserva Roose -, e sono in aumento anche i raccolti di soia negli Usa e in Sud America”.
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red.