Nel 2016 I terreni statunitensi dedicati alla coltivazione del mais dovrebbero raggiungere i 93,6 milioni, circa il 6% in più rispetto allo scorso anno. Si tratta del primo aumento della superficie destinata alla semina del cereale dal 2012 e del terzo, in ordine di grandezza, a partire dal 1944. È quanto emerge dal rapporto “Prospective Plantings” pubblicato dal National agricultural statistics service (Nass) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa. Il documento fornisce le prime stime ufficiali delle “intenzioni di semina” degli agricoltori statunitensi per il 2016, basate su indagini condotte durante le prime due settimane di marzo su un campione di oltre 84 mila operatori agricoli di tutto il paese.
Le previsioni del Nass superano le precedenti stime effettuate dagli analisti, secondo cui il mais sarebbe stato coltivato su una superficie di circa 90 milioni di acri. L’attesa di rendimenti più alti nel 2016 rispetto ad altre colture, infatti, avrebbe spinto i coltivatori del cereale di 41 stati su 48 a mantenere o ad aumentare il numero degli acri dedicati alla semina del mais. In particolare, gli agricoltori di Illinois, Iowa, Kansas e Nord Dakota hanno annunciato di voler aumentare la superficie coltivata con il mais di 400 mila acri.
Al contrario, dopo la crescita registrata negli ultimi anni, i terreni destinati alla coltivazione della soia dovrebbero diminuire. Nel 2016, i produttori prevedono di piantare con il legume 82,2 milioni di acri, circa l’1% in meno rispetto allo scorso anno. I coltivatori di 23 stati su 31 prevedono di mantenere inalterata o di diminuire la superficie seminata con la soia. In particolare quelli di Louisiana, Minnesota e Mississippi hanno annunciato di voler ridurre l’estensione dei terreni coltivati con la pianta di circa 200.000 acri.
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n.c.