Nel 2017 l’area statunitense destinata alla coltivazione di mais e grano è destinata a diminuire, mentre quella dedicata alla semina della soia dovrebbe aumentare. È quanto emerge da un rapporto pubblicato il 29 novembre dal Dipartimento statunitense dell’Agricoltura (Usda), secondo cui l’anno prossimo il terreno coltivato con il grano raggiungerà i 48,5 milioni di acri, il 3% in meno rispetto ai 50,2 milioni di acri seminati nel 2016. Se questa stima troverà conferma, si registrerà il record più basso rilevato a partire dal 1919. L’Usda prevede che gli acri di grano raccolti nel 2017 saranno 41,1 milioni, il 6% in meno rispetto ai 43,9 milioni di acri di quest’anno. Nel 2018, invece, la superficie destinata alla coltivazione del grano dovrebbe fluttuare, per poi tornare stabile nel 2019, quando dovrebbe raggiungere i 49,5 milioni di acri coltivati e i 42 milioni di acri di raccolto, e conservare questi valori fino al 2026.
Per quanto riguarda il mais, i terreni seminati dovrebbero fermarsi a 90 milioni di acri nel 2017, il 5% in meno rispetto ai 94,5 milioni di acri piantati quest’anno. Negli anni successivi, la superficie dedicata a questa coltura dovrebbe continuare a diminuire, fino ad attestarsi a 86 milioni di acri nel 2026. Per il prossimo anno, l’Usda prevede che gli agri di raccolto saranno pari a 82,3 milioni, il 5% in meno rispetto agli 86,8 milioni di acri di quest’anno. Dovrebbero inoltre, diminuire nei prossimi anni, fino a raggiungere i 78,3 milioni di acri nel 2026.
La superficie destinata alla semina della soia dovrebbe invece aumentare del 2% il prossimo anno, fino a raggiungere la cifra record di 84,6 milioni di acri. L’Usda prevede un calo nei tre anni successivi, e una ripresa nel 2021, quando la superficie dovrebbe raggiungere gli 84,1 milioni di acri e restare su livelli stabili fino al 2026. In questo caso le proiezione sugli acri che verranno raccolti coincide con quelli seminati.
In materia di export, l’Usda stima che le esportazioni di grano dovrebbero attestarsi a 975 milioni di bushel nel periodo compreso tra 2016 e 2019, per poi crescere di circa 10 milioni di bushel l’anno, fino a raggiungere i 1.035 miliardi di bushel nella stagione 2026-27. Le esportazioni di mais dovrebbero attestarsi a 1.950 miliardi di bushel nel biennio 2017-18, rgistrando una flessione del 12% rispetto ai 2.225 miliardi di bushel previsti per la stagione in corso. Dopo il 2017, le esportazioni di mais dovrebbero aumentare di 25 milioni di bushel all’anno, fino a raggiungere i 2.175 miliardi di bushel nell’annata 2026-27. Infine, le esportazioni di soia dovrebbero attestarsi a 2.100 miliardi di bushel nella stagione 2017-18, circa 50 milioni di bushel in più rispetto ai 2.050 miliardi di bushel previsti per quest’anno. Nei successivi due anni dovrebbero diminuire, per poi tornare a crescere fino a raggiungere i 2.150 miliardi di bushel nel periodo 2026-27.
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