“Le previsioni per il nuovo anno sono complessivamente buone”. La dichiarazione arriva dal Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti. “Dal record di produzione sono scaturiti alti livelli di scorte di magazzino e prezzi bassi, ma i produttori beneficeranno dei livelli record di beni posseduti e dai nuovi programmi intesi ad ammortizzare il calo dei ricavi delle aziende agricole”, ha sottolineato il capo economista del dipartimento Robert Johansson.
Le buone notizie riguardano la produzione di carne che raggiungerà il record di circa 48mila tonnellate, grazie al traino delle industrie suina e avicola. Anche la produzione di latte sarà piuttosto alta con 211,5 milioni di libbre. Ma mentre i margini per il bestiame bovino resterà forte, i prezzi per suini, pollame e mucche da latte probabilmente si attenueranno.
Secondo le stime del dipartimento, gli agricoltori coltiveranno meno acri. Anche la coltivazione di soia non sarà esclusa da questo scenario: si aspetta che l’area a essa dedicata diminuirà dai livelli altissimi del 2014 a 83,4 milioni di acri, una situazione temperata tuttavia dai costi operativi più bassi. Anche gli acri per il mais diminuiranno (previsti 89 milioni per il 2015). La semina del grano in inverno è già scesa di due milioni di acri, un calo che gli agricoltori pensano di controbilanciare con i raccolti del grano primaverile. Infine, con gli oltre duemila e settecento miliardi di patrimonio netto, gli agricoltori dovrebbero essere finanziariamente stabili per resistere al calo dei prezzi delle derrate. Il suo valore è ai livelli più alti dal 1960, sottolineano dal dipartimento che nota anche come l’attuale livello di debiti relativi alle proprietà – pari al 10.9% – è storicamente basso.
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Vito Miraglia