Le organizzazioni dei produttori di mangimi e dei coltivatori statunitensi appoggiano l’iniziativa del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), che intende semplificare le procedure amministrative necessarie per l’autorizzazione degli organismi geneticamente modificati (Ogm) che non presentano rischi d’infestare le piante con parassiti o erbacce nocive. Lo riporta un articolo pubblicato sulla rivista Feed Navigator, secondo cui l’ente governativo sostiene che, sulla base dei dati a disposizione, si può affermare che la maggior parte delle tecniche d’ingegneria genetica – anche quelle che utilizzano un parassita vegetale come vettore, agente vettore o donatore -, non producono Ogm che presentano il rischio di parassiti per le piante. Di conseguenza, l’Usda ritiene che sarebbe opportuno ridurre i passaggi normativi attualmente previsti per l’immissione nel mercato dei prodotti Gm.
Secondo Ron Moore, Presidente dell’American Soybean Association (Asa), l’iniziativa permetterebbe alle pratiche amministrative di stare al passo con i progressi compiuti dalle tecniche d’ingegneria genetica. “Le attuali innovazioni nella coltivazione delle piante prevedono l’impiego di strumenti di precisione che lavorano all’interno della stessa specie, per cui non dovrebbero essere soggetti agli stessi ostacoli normativi previsti per i prodotti Gm realizzati con le biotecnologie precedenti – afferma Moore -. La regola suggerita dall’Usda riconosce questa distinzione, per cui non vediamo l’ora di lavorare con la nuova amministrazione per garantire che questo aspetto fondamentale della proposta normativa venga conservato durante tutto il processo di adozione”.
L’esperto ritiene che l’iniziativa delinei un approccio “pratico” alla regolamentazione delle biotecnologie, che potrebbe favorirne gli sviluppi futuri. “Gli agricoltori devono affrontare diverse sfide che richiedono altrettante soluzioni per restare competitivi – conclude il Presidente Asa -. Dato che la tecnologia del nostro settore si evolve, anche il quadro normativo che lo regola deve evolversi di pari passo”.
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