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Utilizzo degli Ogm, in 20 anni non ha prodotto effetti sulla salute umana e animale

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In 20 anni, l’impiego degli organismi geneticamente modificati (Ogm) non ha prodotto effetti misurabili sulla salute delle persone e del bestiame. Ad affermarlo è Alison Van Eenennaam, un genetista dell’Università della California di Davis (Usa), che ha esaminato i risultati di centinaia di studi condotti in tutto il mondo durante gli ultimi 20 anni.

L’analisi non ha evidenziato modifiche evidenti né misurabili sulla salute umana e animale, che potrebbero essere associate all’impiego degli Ogm. “In 20 anni – precisa l’esperto -, non si sono verificati eventi inattesi”. Van Eenennaam riconosce che alcune piante sviluppate per resistere agli erbicidi hanno fallito e hanno reso necessario un maggiore impiego di sostanze chimiche, ma sottolinea che si è trattato di eventi rari. Nella maggior parte dei casi, spiega, le colture Gm hanno permesso di ridurre drasticamente l’uso dei pesticidi. Fa poi l’esempio di un tipo di papaia geneticamente modificata, che ha permesso di salvare l’intero raccolto delle isole Hawaii.

Lo studioso evidenzia che quando, nel 1985, ne è stato autorizzato l’impiego, gli Ogm erano solo quattro. Adesso, ogni anno ne vengono prodotti più di 800. Alla fine del 2013, il numero di organismi geneticamente modificati autorizzati dalle agenzie governative degli Stati Uniti ha superato i 17 mila. Circa 18 milioni di agricoltori, in tutto il mondo, coltivano piante Gm. Ma dopo 20 anni di utilizzo, la polemica sull’impiego di questi prodotti continua a infuriare.

“La preoccupazione sulla sicurezza degli alimenti geneticamente modificati – osserva lo specialista -, rappresenta l’elemento di maggiore discordanza tra ciò che pensa l’uomo comune e ciò che ritengono gli scienziati”. Eppure, dopo un impiego ventennale, gli Ogm non hanno prodotto effetti negativi sulla salute di persone e animali.

Il genetista analizza anche le vicissitudini che hanno interessato il salmone Gm, che ha suscitato molte polemiche fra gli anti-Ogm. Dopo anni di verifiche, il pesce è stato ritenuto sicuro dall’agenzia statunitense Food and Drug Administration, che ha anche stabilito che non è necessario etichettarlo come prodotto geneticamente modificato. “La valutazione della sicurezza di questo pesce ha richiesto un periodo di tempo molto lungo, per poi scoprire che si tratta soltanto di un animale che cresce rapidamente e non presenta problemi di sicurezza”.

Van Eenennaam ha anche guidato uno studio che ha permesso di sviluppare una tecnica capace di modificare il codice genetico dei bovini da latte. Grazie a questa procedura, gli animali nascono privi di corna. Di conseguenza, gli allevatori non sono più costretti a tagliargliele. Il taglio delle corna rappresenta, infatti, una procedura piuttosto dolorosa, che generalmente i proprietari di bestiame non eseguono volentieri.

 

Foto: Pixabay

redazione