di Miriam Cesta, Redazione
Superare le criticità che minavano l’avviamento del Registro Telematico Cereali – il cosiddetto Granaio Italia – previsto per l’inizio 2025. Raddoppiare le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’agroalimentare. E predisporre finanziamenti per la sperimentazione in campo per le tecniche di evoluzione assistita (Tea), nell’attesa che l’Ue regolamenti questa novità dello scenario agricolo. A raccontare a Mangimi&Alimenti quali siano le azioni intraprese a sostegno del comparto agroalimentare è la senatrice Vita Maria Nocco, membro della V Commissione permanente (Programmazione economica, bilancio) di Palazzo Madama.
Senatrice Nocco, dal suo ruolo di membro della V Commissione (Bilancio) di Palazzo Madama ha sicuramente un punto di vista privilegiato per cogliere l’importanza economica del settore agroalimentare italiano. Quali sono state le azioni più rilevanti a sostegno del comparto intraprese dal Parlamento e dal Governo da inizio legislatura?
Un grandioso successo è stato l’aver raddoppiato le risorse previste dal PNRR per l’agroalimentare puntando su misure funzionali allo sviluppo del comparto primario come i Contratti di Filiera e l’Agrisolare. Se il primo è uno strumento in grado di creare connessioni tra partner produttivi al fine di migliorare le sinergie e le relative redditività, fronteggiando al meglio le turbolenze dei mercati e avendo più forza contrattuale, la seconda ha registrato un overbooking di domande con notevole apprezzamento da parte della Commissione Ue, tanto da essere implementata con altri 850 milioni di euro, passando così da 1,5 a 2,35 miliardi di euro di fondi a disposizione. È aumentato così anche l’obiettivo iniziale in termini di potenza installata da fonti rinnovabili, con un valore addirittura triplicato che ha raggiunto 1,3 gigawatt. Questi straordinari risultati sono stati il frutto della trattativa condotta dall’ex ministro Raffaele Fitto di concerto con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Un’altra grande azione rilevante portata avanti da Fratelli d’Italia è poi, sicuramente, quella sulle Tea, le tecniche di evoluzione assistita, nonché il Dl Agricoltura con centinaia di milioni di euro dedicati al settore agricolo e alimentare.
Nel recente Dl Agricoltura approvato poco prima della pausa estiva ci sono varie iniziative a favore del mondo agricolo e zootecnico. Quali sono a suo avviso quelle dai maggiori effetti positivi?
Nel Dl Agricoltura sono stati stanziati 15 milioni di euro per fronteggiare le difficoltà finanziarie e permettere la ristrutturazione e il rilancio della produttività delle imprese in tre settori: comparto ovino e caprino, agrumicolo e olivicolo-oleario. Siamo intervenuti nella tutela della biodiversità zootecnica concedendo agli imprenditori agricoli contributi per 4 milioni di euro per allevamenti di specie e razze autoctone a rischio di estinzione o a limitata diffusione, così da promuovere anche interventi di conservazione delle razze locali.
Abbiamo previsto 30 milioni di euro per la riconversione varietale e colturale nei territori colpiti da Xylella fastidiosa e 15 milioni di euro per il sostegno alle aziende colpite dagli eventi siccitosi in Sicilia. Una misura a cui tengo particolarmente e su cui ho molto lavorato è il Registro Telematico Cereali, il cosiddetto Granaio Italia, su cui siamo riusciti, ascoltando le doverose rimostranze delle associazioni, a superare quelle criticità che ne minavano l’avviamento, previsto per l’inizio 2025. La filiera potrà dotarsi così di uno strumento di trasparenza e gestione delle politiche di mercato, cercando di gravare il meno possibile sulla già alta burocrazia del comparto primario.
La promozione del cibo italiano è uno dei tratti caratteristici dell’azione di questo Governo. Che effetti potranno scaturire in tal senso dal G7 Agricoltura di Siracusa, guidato dal Ministro Francesco Lollobrigida?
L’Expo DiviNazione e il G7 tenutisi nell’isola di Ortigia a Siracusa hanno dato lustro e visibilità internazionale al sistema agroalimentare italiano. La promessa del ministro Francesco Lollobrigida di riportare al centro del dibattito mondiale l’agricoltura e la pesca direi che è stata ampiamente raggiunta. Il tema della sovranità alimentare è entrato appieno nell’agenda internazionale, una ritrovata attenzione nei confronti del mondo dei giovani con un G7 dedicato a loro, in cui hanno avuto particolare rilevanza l’innovazione e le tecnologie per un’agricoltura sempre più sostenibile e competitiva nonché, infine, un nuovo approccio con le Nazioni dell’Africa in linea con il Piano Mattei del Governo Meloni. L’Italia è tornata ad interpretare un ruolo di orgogliosa protagonista.
La ricerca è un tema chiave per riuscire a garantire la sostenibilità della produzione agroalimentare e la sicurezza della stessa. In Parlamento ci sono vari disegni di legge che si muovono in questa direzione. È possibile riuscire ad arrivare a una legislazione che permetta il rilancio della ricerca in campo (con l’utilizzo della Tea – Tecnologie di evoluzione assistita) prima della fine della legislatura?
Gli agricoltori italiani stanno aspettando da tempo la possibilità di coltivare utilizzando piante più produttive e più resistenti a malattie e stress idrici e calorici. Con il Presidente della commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, da sempre in prima linea, stiamo predisponendo finanziamenti per la sperimentazione in campo, nell’attesa che l’Ue regolamenti questa novità dello scenario agricolo. Questa maggioranza crede, infatti, fortemente nelle Tea come strumento al servizio dell’agricoltura del futuro: ridurremo gli input necessari alle produzioni (acqua, concimazioni, fitofarmaci) e riusciremo a fronteggiare meglio gli stress e le difficoltà legati ai cambiamenti climatici e al diffondersi di nuovi patogeni.
Ci siamo mossi nelle more di una normativa Ue che non più giunta e ci auguriamo pervenga con la nuova Legislatura al Parlamento a Bruxelles. Noi continueremo a credere in questa innovazione che non fa altro che accelerare l’iter che gli agricoltori hanno sempre affinato autonomamente, secolo dopo secolo, migliorando le produzioni. Prevederemo risorse e strumenti normativi per dare ai ricercatori – guidati dal direttore Luigi Cattivelli del centro di Genomica e Bioinformatica del Crea – la possibilità di sperimentare in campo le loro ricerche condotte sinora in laboratorio.
Rispetto alla sua specifica attività politica e parlamentare, quali sono le tematiche agro-zootecniche alle quali dedicherà la sua attenzione?
Mi sto impegnando sul potenziamento dei medici veterinari pubblici per il contrasto di epizoozie e zoonosi negli allevamenti. Sto portando avanti le interlocuzioni con i diversi ministeri interessati: seppur l’iter sia complesso, c’è la massima determinazione e l’accoglimento da parte di questa maggioranza. Ringrazio il Ministero della Salute e il sottosegretario Marcello Gemmato per il supporto. Ritengo questo potenziamento fondamentale per fronteggiare al meglio malattie come la brucellosi e la tubercolosi per i bovini e la peste suina africana per i suini, patologie che mettono in pericolo il settore zootecnico italiano. Il potenziamento delle risorse umane in questo campo non solo contribuirà a salvaguardare il nostro patrimonio zootecnico, ma sarà anche un passo strategico per ridurre i costi a carico dello Stato, che attualmente ricorre a servizi esternalizzati per i controlli sanitari.
Nel frattempo il mio impegno sarà rivolto a migliorare la gestione delle crisi sanitarie nel comparto zootecnico, con aggiustamenti burocratici che facciano sì che le imprese riescano sì a fronteggiare le malattie ma a continuare a poter operare sui mercati. Talvolta sono sufficienti piccoli aggiustamenti procedurali – come siamo già riusciti a fare in Puglia, con un lavoro di concerto – per dare respiro agli allevatori, senza pregiudicare la situazione.