Europa in controtendenza rispetto all’Italia, che usa e consuma più cereali di quanto produce e importa oltre il 50% delle materie prime vegetali. Gli esportatori europei, invece, esultano grazie ad un raccolto che si mantiene a livelli record e spinge le esportazioni: 42 milioni quest’anno secondo il rapporto di breve termine della Commissione Europea dedicato all’agricoltura e pubblicato il 7 luglio. Su 41 milioni, ben 29 milioni di tonnellate di export riguardano il grano tenero con un incremento record del 43% sopra la media. Bene anche le esportazioni di orzo che raggiungono quota 8,5 milioni tonnellate e fanno un salto del 32% rispetto alla media.
I paesi verso i quali è andata la maggiore offerta di cereali sono le destinazioni tradizionali come i paesi del Maghreb, l’Egitto e l’Aurabia Saudita, e anche Corea del Sud e Iran. Romania e Lituania sono diventati rispettivamente il terzo e il quarto esportatore di grano verso i paesi terzi, dopo la Francia e la Germania. Per quanto riguarda, invece, gli alimenti destinati all’alimentazione animale c’è stato un lieve incremento dell’1% rispetto all’anno precedente. L’incremento è stato sostenuto da prezzi più bassi per il frumento e il mais destinati al foraggio e un aumento della domanda nella seconda parte della campagna dovuto alla ripresa del mercato dei prodotti lattiero-caseari. Gli stock di cereali aumenteranno ancora con nuovi ingressi per 4,7 milioni tonnellate e un saldo positivo di 32,5 milioni di tonnellate. Una cifra inferiore del 24% alla media dell’ultimo quinquennio, ma che porta le scorte dal 10,3% del 2012 al 12% del 2013. Per i semi oleosi la campagna consolida il risultato dell’anno precedente con 31,2 milioni di tonnellate di produzione, in crescita del 12,7% rispetto all’anno precedente. La colza positiva a +8,4%, il girasole a +25% per un totale di 9 milioni di tonnellate grazie ad un’estensione della superficie coltivata e a un rendimento superiore del 22,3%.
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Cosimo Colasanto