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Zootecnia, cresce la produzione di formaggi e salumi Dop e Igp

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Positivi i dati dei prodotti certificati di origine animale. Produzione in aumento per formaggi, prodotti a base di carne e carne fresca, per un totale di 102 indicazioni geografiche alle quali devono essere aggiunte le ricotte (romana e di bufala campana nella categoria ‘altri prodotti di origine animale’ insieme al miele), e le 5 Dop e Igp tra pesci, molluschi e crostacei.

Come emerge dal Rapporto Ismea-Qualivita sui prodotti a indicazione geografica riferito al 2018, i formaggi si confermano la categoria più rilevante del Food Dop e Igp. Metà export agroalimentare certificato è fatto dai formaggi che coprono anche il 57% del valore alla produzione totale (+5% sul 2017). La produzione ammonta a 544 mila tonnellate (+3,6%), di cui un terzo finisce fuori dall’Italia. Il valore dell’export è inoltre maggiore dello 0,8% rispetto all’anno precedente. L’unico dato negativo è il valore al consumo: – 1,3%. In Emilia Romagna – e a Parma come provincia – si concentra la maggior parte del valore alla produzione. Quasi tutte le principali produzioni Dop sono in crescita, in particolare Montasio, Gorgonzola, Parmigiano e Pecorino romano.

Carne fresca e lavorata

Serie positiva anche per i prodotti a base di carne. La categoria rappresenta il 28% del valore alla produzione e il 16% di quello all’export (entrambi in lieve calo: -1,1% e -1,9%). Prosciutti e salami, con 21 Dop e 22 Igp, creano il 28% del valore economico del Food certificato. La produzione ammonta a poco meno di 204 mila tonnellate, su del 2,5%, con il 21% che arricchisce l’export agroalimentare. Sul fronte del consumo nazionale, il valore è aumentato del 2,9% a quota 4,8 miliardi di euro. Sono andati molto bene i pezzi forti del comparto: Prosciutto di Parma, Toscano e San Daniele, Bresaola e Speck. Anche in questo caso l’Emilia Romagna (e Parma) la fa da padrone.

Soli sei prodotti, di cui una Dop, compongono il parco delle carni fresche certificate. La produzione coinvolge appena nove regioni, con la Sardegna (e Sassari) in testa per ricavi. In totale si raggiungono i 91 milioni di euro di valore all’origine (+2,8% rispetto al 2017) con ricavi sbilanciati a favore delle carni bovine e suine. La quantità prodotta è pari a 14 mila tonnellate, in aumento dell’1,1%, con un export che richiama appena il 9%. Sul fronte estero è andato molto bene l’Agnello di Sardegna IGP (grazie a fiere internazionali e nuovo packaging).

Tra gli altri prodotti in forte crescita il comparto ittico: +168,3% totale da 175 kg nel 2017 a 469 nel 2019, per un valore alla produzione maggiore del 56%.

 

Foto: © nolonely_Fotolia

red.