Home Economia Zootecnia, in quasi vent’anni produzione mondiale di carne cresciuta del 47%

Zootecnia, in quasi vent’anni produzione mondiale di carne cresciuta del 47%

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Dal 2000 i prodotti della zootecnia hanno conosciuto un importante aumento del proprio output: carne, uova, latte e pesce d’acquacoltura, che ha addirittura superato la quota di quello pescato sul mercato ittico. La tendenza è stata rilevata dalla Fao nel suo ultimo Annuario statistico su cibo e agricoltura, con i dati relativi a produzione, commercio, variazioni di prezzo dei beni agricoli e una disamina dei diversi aspetti rilevanti per il settore (dalla sicurezza alimentare alla questione ambientale). 

Carne

Tra il 2000 e il 2018 la produzione di carne è aumentata del 47%, fino a toccare quota 342 milioni di tonnellate. A livello mondiale il tipo di carne maggiormente prodotto è quello di suino, seguito dalla carne di pollo e da quella bovina. La carne di maiale rappresenta il 35% di tutta la produzione, in leggero calo dal 38% di inizio millennio, quella bianca è pari al 33% della produzione globale, in crescita dal 25%, e quella di bovino il 20%, con un calo dal 24% di diciotto anni prima. Come il settore dei cereali, anche quello della carne vede una concentrazione della produzione in pochi Paesi sebbene a livelli più contenuti. Il 60% dell’output di carne suina è appannaggio di Cina, Usa e Germania; poco più del 40% di quella di pollobovina, in entrambi i casi, è nelle mani di Usa, Brasile e Cina. 

Il mercato è dunque dominato da Washington e Pechino, con una differenza importante: in Cina la produzione è per lo più destinata al consumo interno mentre una quota di quella statunitense è destinata all’export, soprattutto pollo. Per la carne e le preparazioni di carne le due Americhe, l’Europa e l’Oceania si accreditano quindi come aree di esportazione, Asia e Africa come aree di importazione (in termini di valore).

Latte e uova

Maggiore della variazione della carne è quella relativa alla produzione mondiale di uova: +50%, a quota 77 milioni di tonnellate, ovvero 26 milioni in più. La parte maggiore di prodotto proviene dall’Asia (60%), seguita dalle due Americhe (21%) e poi dall’Europa (14%), una regione interessata, tra l’altro, da una crescita più contenuta rispetto alle altre e che ha visto scendere il suo peso sul palcoscenico mondiale (nel 2000 era pari al 18%). La Cina è il maggior produttore con il 35%, seguita da Usa e India. Insieme forniscono la metà del prodotto.

Bene anche la produzione di latte: +45% nel periodo 2000-2018, con l’Asia che domina il mercato. Qui l’output è più che raddoppiato. In questo caso la combinazione dei tre maggiori produttori – India, Usa e Pakistan – non arriva al 40% del prodotto totale.

Pesce 

Significativo anche l’incremento della produzione di pesce, compresa l’acquacoltura. Il mercato ittico ha visto aumentare l’output del 42%, con il record di 179 milioni di tonnellate nel 2018. Particolarmente bene è andata la piscicoltura: grazie al suo boom, ad esempio, la produzione di pesce d’acqua dolce è più che raddoppiata: +131%. Bene anche i crostacei (+103%) e le specie che vivono sia in acqua dolce che salata (+90%). L’acquacoltura è diventata sempre più determinante: negli ultimi trent’anni la crescita media della produzione è stata del 5,3%, raggiungendo la cifra massima di 82,1 milioni nel 2018. Il sorpasso in termini di fonte principale della produzione ittica c’è stato nel 2013; nel 2018 la sua quota è del 54%. Il mercato del pesce è dominato da Cina, India e Indonesia, che sono anche i principali Paesi produttori nell’acquacoltura (oltre il 70% la loro quota); considerando solo la pesca, guida sempre la Cina, seguita però da Indonesia e Perù.

 

Foto: Pixabay

redazione