La National Science Foundation statunitense (NSF) ha deciso di finanziare con 4,4 milioni di dollari (quasi 4 milioni di euro) le ricerche di un gruppo di esperti della Michigan State University di East Lansing (Stati Uniti) che intende identificare i geni di mais che potrebbero aiutare a sviluppare nuove varietà più nutrienti di questo cereale. Il progetto, guidato dal biochimico Dean DellaPenna, si concentrerà in particolare sui geni che cooperano nel determinare i livelli di 5 vitamine nel seme del mais: la vitamina E, la tiamina, la riboflavina, la niacina e la piridossina. I suoi risultati potrebbero avere significative ripercussioni sul futuro della produzione di questo cereale, che rappresenta la seconda coltivazione più diffusa in tutto il mondo.
I ricercatori utilizzeranno approcci simili a quelli utilizzati in passato per portare a termine il Progetto Genoma Umano per identificare varianti dei geni di interesse e capire come combinarle per ottenere un accumulo elevato dei nutrienti studiati nel seme. La speranza è di arrivare a influenzare positivamente l’alimentazione e la salute di chi è esposto al rischio di carenze vitaminiche. Come ha infatti spiegato Robin Buell, coresponsabile del progetto, “le piante sono fonti fondamentali di vitamine di origine alimentare. Migliorare la diversità e i livelli di vitamine in una coltura importante come il mais rappresenta una strategia per ridurre le malattie causate dalle carenze vitaminiche, condizioni che colpiscono miliardi di persone nel mondo”.
I ricercatori mirano anche a fornire un esempio che possa essere applicato anche ad altre colture, in modo da consentire miglioramenti che portino alla produzione di alimenti più nutrienti in tutto il mondo.
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Silvia Soligon