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Come gestire una stalla da 20.000 Kg?

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Quando pensiamo al futuro della zootecnia da latte, immaginiamo stalle con performance medie per vacca ben lontane da quelle, pur ragguardevoli, ottenute attualmente. La media delle venti stalle più produttive d’Italia del 2018 è stata di 13.415 kg di latte, al 3,67% di grasso, con 426 kg di proteine prodotte in 314 giorni di lattazione e con un intervallo parto/concepimento di 158 giorni (http://www.anafi.it/AllevamentiTop/PrimiAllevamentiFrisonaKgPRT.asp). Confrontati con le produzioni medie nazionali rilevate nel 2018 in 9.896 allevamenti su oltre 1 milione di vacche (10.136 kg di latte al 3,76% di grasso e 3,35% di proteine), questi allevamenti presentano una produttività media superiore del 30%. In base al trend fenotipico registrato negli ultimi 10 anni, pari a circa +128 kg/anno per vacca, ci vorranno molti anni (oltre 50) perché la media produttiva nazionale raggiunga i 20.000 kg; ma è del tutto plausibile che per le top-barn italiane questo obiettivo sia alla loro portata nel corso del prossimo decennio.

Oltre alla variabilità fra gli allevamenti (la migliore top-barn ha registrato una produzione media per vacca di 15.255 kg), ciò che sorprende è la variabilità entro allevamento: nelle nostre stalle esistono già delle campionesse in grado di superare i 20mila kg di latte per lattazione standard. Ho perciò chiesto alla dr. Alessandra Tondo dell’ANAFI di fornirmi l’elenco e le performance delle top-100 lattifere italiane e, insieme ad altri coautori (Alberto Atzori, Nicola Macciotta e Alessandro Fantini) abbiamo immaginato di riunirle tutte in una stalla (che chiamiamo convenzionalmente Stalla Italia) e di pensare come gestirla dal punto di vista dell’alimentazione e del management. Il risultato è stato presentato al Congresso ASPA che si è tenuto dall’11 a 14 giugno a Sorrento e alla realizzazione del quale ha contribuito anche Assalzoo in qualità di socio sostenitore. Qui brevemente riporto il contenuto dello studio.

Il grafico riporta la produzione di latte in 305 giorni e complessiva annua (perché vedremo che tutte le vacche hanno una lattazione di durata superiore alla standard) delle vacche di Stalla Italia, ordinate per quantità rilevata.

Questi dati derivano dall’analisi dei registri di produzione di 400 lattazioni delle prime 100 vacche pluripare degli anni 2014-2017 del database ANAFI. Secondo precedenti classificazioni pubblicate dal nostro gruppo di ricerca, gli animali sono stati suddivisi in due gruppi caratterizzati da lattazioni standard (con lunghezza <390 DIM; n = 197 lattazioni) e lattazioni estese (con lunghezza tra 390 e 700 DIM; n = 193 lattazioni).
Le lattazioni standard hanno mostrato una produzione cumulativa media di latte di 20.065 kg /capo e 678 e 620 kg / capo di grasso e proteine in 341 giorni di lattazione. La produzione media giornaliera è stata pari a 58,9 kg / di latte per vacca con 3,38% di grasso e 3,09% di proteine. Le lattazioni estese hanno mostrato una produzione cumulativa media di latte di 25.166 kg / capo e 843 e 800 kg / capo di grasso e proteine in 480 giorni di lattazione. La produzione giornaliera di latte è stata in media pari a 58 kg per vacca, con 3,35% di grasso e 3,18% di proteine. La produzione cumulativa a 100 DIM era simile per entrambi i gruppi e vicino a 6750 kg di latte pro capite (il che significa che in questo periodo la produzione media giornaliera ha sfiorato i 70 kg per giorno!).

Per raggiungere i livelli di produzione di Stalla Italia è evidente che sono richieste elevate capacità manageriali, che però sono già presenti oggi, dato che le vacche che la compongono sono vive e produttive. L’alimentazione e la riproduzione sono le aree più importanti da prendere in considerazione in prima istanza. Supponendo per le vacche una mole di 700 kg di peso corporeo, l’ingestione di sostanza secca nell’alimentare media giornaliera stimata in base al loro livello di produzione medio usando equazioni NRC (2001) è di 33,0 e 30,9 kg / pro capite rispettivamente per le vacche con lattazioni standard ed estese: ciò significa uno sforzo nella formulazione e distribuzione delle razioni che non solo le renda nutrizionalmente corrette, ma che consenta agli animali di praticare concretamente un’ingestione di sostanza secca di questa entità.
Infine, supponendo un periodo di 45 giorni di asciutta, l’intervallo parto-concepimento medio risulta approssimativamente vicino a 100 e 240 giorni di lattazione per le vacche con lattazioni standard ed estese, rispettivamente. Questi parametri ci portano a considerare con estrema attenzione gli aspetti legati alla nutrizione della vacca in transizione e fresca al fine di evitarle disordini metabolici legati all’equilibrio energetico, ma anche di concentrarsi specificamente sulla riproduzione. In particolare, un obiettivo specifico dovrà essere la stima iniziale della persistenza degli animali (a effettuarsi a circa 100 giorni dal parto) al fine di gestire il tempo di inseminazione ottimale per ogni singola vacca e beneficiare di lattazioni persistenti di animali ad alto rendimento.

Giuseppe Pulina