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Bovini, rientra crollo dei consumi. Mercato torna alla normalità

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Il mercato nazionale dei bovini sta gradualmente tornando alla normalità. Sta rientrando il crollo dei consumi che ha caratterizzato il comparto nelle scorse settimane, a causa dell’emergenza Blue tongue in Francia e dell’allarme Oms. Si è persino registrato un leggero rialzo delle quotazioni dei vitelloni delle razze autoctone. È quanto emerge dall’Overview pubblicata dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ogni settimana analizza l’andamento dei mercati agroalimentari.

L’istituto rileva che il circuito del ristallo mostra volumi di scambio più regolari e prezzi in graduale assestamento. Rispetto alle scorse settimane, le quotazioni dei broutard appaiono in progressiva riduzione. Invece, il calo dei prezzi del bestiame da macello e dei principali tagli sembra ormai rientrato.

Resta debole, invece, il mercato dei suini, che registra un ulteriore ribasso dei prezzi dei suinetti da ristallo e dei capi da macello. Inoltre, l’Ismea osserva che la previsione di una flessione dei prezzi per alcuni tagli industriali sta influenzando le aspettative anche sul circuito del vivo, riducendo le possibilità di una ripresa delle quotazioni.

Il settore avicolo resta fortemente sbilanciato dal lato dell’offerta, per cui continua ad accusare diffusi ribassi sia per il vivo che per le carni. Negativo anche il mercato delle uova, con qualche accenno di ripresa solo per i piccoli calibri destinati al circuito industriale. Anche i prezzi dei conigli registrano diffusi cedimenti sulle principali piazze nazionali, a causa di una domanda resa più debole dagli alti prezzi raggiunti nelle scorse settimane. Infine, appare in netto ritardo la campagna di commercializzazione degli ovicaprini, in un mercato ancora debole ma in progressivo miglioramento.

Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, i formaggi grana stanno recuperando posizione. Si prevede che il trend positivo prosegua fino al termine dell’anno. I consumi interni confermano un andamento stagnante, per cui l’unica leva resta quella dell’export, soprattutto verso gli Usa.

L’Ismea, infine, rileva che nel settore cerealicolo non emergono novità di rilievo sul circuito dei frumenti. Il ribasso di mais e semi di soia, invece, riflette le dinamiche in atto sui mercati internazionali.

Foto: © berc – Fotolia

red.