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Fao, sprecate ingenti quantità di alimenti perché “poco invitanti”

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Ogni anno viene sprecata una quantità di cibo superiore alla metà della coltivazione mondiale di cereali. Nei paesi industrializzati, questo avviene perché gli alimenti hanno un aspetto esteriore “poco accattivante”. Ad affermarlo è la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), secondo cui nonostante vi siano ancora molte persone che soffrono la fame, ogni anno viene buttato o perso un’ingente ammontare di alimenti.

Nei paesi ricchi, la produzione pro-capite di cibo destinato al consumo umano corrisponde a circa 900 kg l’anno. Negli Stati in via di sviluppo, invece, ne viene prodotto circa la metà: 460 kg annui. Tuttavia, circa un terzo delle derrate alimentari prodotte viene sprecato. In particolare, l’ammontare di alimenti persa è superiore alla metà della coltivazione annuale di cereali in tutto il mondo.

Nei paesi in via di sviluppo il 40% delle perdite alimentari avviene negli stadi compresi tra la fase successiva alla raccolta e quella della lavorazione. Nei paesi industrializzati, invece, più del 40% dello spreco di cibo si verifica tra il momento della vendita al dettaglio e quello in cui arriva sulla tavola del consumatore.

Secondo gli esperti Fao, durante la vendita molti alimenti vengono scartati a causa del loro aspetto poco invitante. Nei paesi ricchi, infatti, il criterio estetico spesso supera quello qualitativo.

L’Organizzazione evidenzia, poi, che lo spreco di cibo comporta anche un grande sperpero di risorse. Per produrlo, infatti, vengono impiegati acqua, porzioni di terreno, energia, lavoro e denaro. Inoltre, ha anche un impatto negativo sull’ambiente. La realizzazione di alimenti, infatti, determina l’emissione di gas serra, che contribuiscono al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.

 

Foto: © Sherri Camp – Fotolia

red.