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La terza età dei cani: per loro la ciotola può essere anti-age

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Generalmente si dice che un anno di un cane equivalga a sette anni di un uomo. Non si tratta di un’equazione esatta, perché del nostro amico quattro zampe vanno valutate anche razza e taglia. I cani piccoli invecchiano più tardi, quelli XL prima. È vero, invece, che come i loro padroni, dopo molte primavere subentrano patologie infiammatorie, sovraccarichi funzionali, malattie croniche, problemi articolatori e cerebrali a causa dei quali deve mutare anche la dieta. Come? Risponde Giacomo Biagi, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna.

 

Professor Biagi, i cani in età avanzata possono continuare a nutrirsi come in passato o sarebbe meglio che cambiassero alimentazione?

Con l’invecchiamento, l’organismo di un cane va incontro a delle modifiche che tendono a pregiudicare progressivamente la funzionalità di alcuni apparati. Si pensi, ad esempio, alla minor efficienza del sistema immunitario, spesso riscontrabile nei soggetti anziani, e, esattamente come nell’uomo, al possibile declino delle funzioni cognitive, vale a dire il cosiddetto invecchiamento cerebrale. A ciò si aggiunga la presenza molto frequente, nei cani anziani, di fenomeni infiammatori cronici a carico delle articolazioni che rendono l’animale riluttante al movimento, riducendone il livello di attività fisica. A questo proposito, è possibile intervenire arricchendo la dieta del cane anziano di nutrienti che potrebbero ritardare o comunque ridurre questi fenomeni. Ad esempio, si può procedere a sostegno del sistema immunitario con l’inclusione nella dieta di proteine di alto valore biologico e di principi antiossidanti, a sostegno delle funzioni cognitive con l’utilizzo di antiossidanti e acidi grassi essenziali omega-3, e, infine, per il benessere delle articolazioni con l’impiego di precursori della matrice cartilaginea, quali glucosamina e condroitinsolfato, unitamente ad antiossidanti e acidi grassi essenziali omega-3.

 

Cuore e reni: anche gli organi possono essere interessanti da necessità dietetiche differenti?

Con l’età anziana si osserva nei cani un significativo aumento dell’incidenza di alcune situazioni patologiche che potrebbero richiedere una correzione della loro dieta, prime fra tutte, l’insufficienza renale e quella cardiaca. In merito alla possibile comparsa di insufficienza cardiaca nel cane anziano, è possibile arricchire la dieta con nutrienti quali la taurina e la carnitina, entrambi coinvolti nella funzione cardiaca, controllando invece l’apporto di sali, e di sodio in particolare. Più complesso è invece il discorso relativo alla insufficienza renale: infatti, quando questa problematica si manifesta clinicamente, è necessario intervenire sulla dieta del cane riducendone drasticamente il tenore in proteine (e fosforo). Una riduzione del tenore proteico della dieta di un cane anziano che non manifesti alcuna sintomatologia renale è però sconsigliabile, poiché alla minore assunzione di proteine potrebbero conseguire una minore efficienza del sistema immunitario e la tendenza all’atrofia muscolare.

 

È vero che i cani tendono a ingrassare in vecchiaia e che questo li predispone allo sviluppo di patologie legate all’obesità?

Proprio in relazione alla già citata ridotta attività fisica che spesso caratterizza il cane anziano, si può capire come essa potrebbe predisporre l’animale a sviluppare sovrappeso, soprattutto qualora il proprietario non si preoccupi di adattare la quantità giornaliera di cibo (e quindi di energia) alla reale spesa energetica del cane. A questo proposito sarebbe opportuno fornire al cane anziano diete non particolarmente ricche di grassi, essendo questi la componente più calorica di una dieta. La ridotta attività fisica associata all’età anziana può inoltre essere causa di fenomeni di costipazione intestinale e anche in questo caso, intervenendo sulla dieta dell’animale, aumentando ad esempio la presenza in essa di fibra, si può cercare di prevenire la problematica.

Per quanto riguarda le patologie a cui l’obesità può predisporre, è ben noto come una condizione di grave sovrappeso possa complicare eventuali patologie a carico di apparato locomotore, renale e cardiocircolatorio. Inoltre, l’obesità è stata correlata nell’uomo ad una maggiore incidenza di alcuni tumori e non si può escludere che ciò sia vero anche nel cane.

 

Con il passare degli anni, i cani potrebbero fare più fatica a digerire alimenti che prima consumavano senza problemi?

È possibile che si osservi in alcuni cani anziani una ridotta efficienza digestiva anche se non si tratta di un rilievo costante. In questi casi, è opportuno evitare di somministrare alimenti poco digeribili, quali ossa, carni ricche di tessuto collagene e fonti di carboidrati (pane, riso, pasta, ecc.) non cotte a sufficienza.

 

È vero che un consumo eccessivo di cibo potrebbe sovraccaricare gli organi debilitati dall’età?

Il consumo eccessivo di cibo può predisporre un cane a sviluppare sovrappeso, indipendentemente dalla età. Come si è già detto, i cani anziani possono soffrire di problematiche, quali quelle a carico dell’apparato locomotore e del cuore, che certamente possono essere complicate da una eventuale condizione di obesità. È certamente vero che l’obesità, se grave e protratta nel tempo, ha ricadute negative su svariate funzioni dell’organismo del cane, ma non esiste ad oggi evidenza del fatto che la funzionalità di organi, quali ad esempio fegato e reni, risenta significativamente di una eccessiva assunzione di cibo.

 

Foto: Pixabay

Nadia Comerci