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Ismea, +9,4% spesa domestica carne nei primi nove mesi del 2020
Nel 2020 i consumatori hanno premiato i prodotti di origine animale. Da gennaio a settembre è aumentata la spesa domestica dei diversi tipi di carne, delle uova e anche dei formaggi. Più indietro, invece, il pesce. Per tutti i prodotti zootecnici nel complesso, c’è stata un’inversione di tendenza rispetto alla flessione del secondo semestre 2019, dicono Ismea e Nielsen nella loro ultima rilevazione dei consumi dentro casa.
Carne
Le carni fresche hanno fatto registrare un aumento della spesa del 9,4%. Il settore più rilevante, quello bovino, ha guadagnato terreno dopo un deludente 2019 e un avvio stentato nel 2020. In totale ha beneficiato di un aumento della spesa del 7,3% e dei volumi del 4,9%. Molto incoraggianti i dati relativi alle carni suine: +7% per il volume e +14,4% in termini di valore grazie al recupero dei prezzi medi unitari durante il lockdown. Al momento - ricordano Ismea e Nielsen - i prezzi sono allineati alla media del periodo: era 7,9 euro/kg a gennaio-settembre 2019, è 8,30 euro/kg nello stesso periodo del 2020.
Per le carni avicole fresche c’è stato un aumento dei volumi del 7% associato a un lieve incremento dei prezzi. L’incremento della spesa domestica è stato del 9,5%. In questo segmento hanno continuato a segnare buoni risultati le uova, tra i prodotti protagonisti del primo lockdown: da gennaio a settembre gli acquisti sono aumentati del 16,1%.
Per tutte le carni c’è stato un incremento maggiore della spesa rispetto alla quantità. Questo andamento si correla non solo a un incremento dei prezzi ma anche all’influenza di altri fattori: meno offerte speciali e soprattutto la migrazione degli acquisti dalla Gdo ai negozi tradizionali. Anche i prodotti lavorati e surgelati sono caratterizzati dal segno più: la spesa di carni surgelate è salita del 16,6%, del 6,6% quella delle carni in scatola, dell’11,1% quella dei wurstel.
Per i salumi - con un incremento totale dell’8% - si è assistito a una crescita maggiore per gli affettati a libero servizio: +14,1% rispetto al modesto +0,6% per i salumi al banco. Tra i singoli prodotti la differenza è netta: +17,4% per il prosciutto cotto confezionato, +1,9% per lo sfuso (+9,8% in totale); per il salame +12,3% il confezionato e +5,7% lo sfuso (+9,2% in totale); +12,4% il crudo confezionato, addirittura -0,5% lo sfuso (complessivamente +4,2%).
Formaggi
Il latte a lunga conservazione è stato preferito a quello fresco: rispettivamente +9,5% e -3,5% la variazione della spesa per i due prodotti. In generale gli acquisti sono cresciuti del 5,1% e nemmeno le restrizioni alle aperture dei bar sono riuscite a dare forza ai consumi di latte fresco, che quindi perde ancora dopo il calo del 2019. I derivati del latte invece hanno fatto segnare un buon andamento: +8,4% l’aumento della spesa (+6% al banco e +9,2% quelli confezionati). Per i formaggi la spesa ha segnato incrementi del 12,5%, merito soprattutto dei prodotti confezionati con un rialzo del 18,4% contro il +5,5% del prodotto al banco. In termini di fatturato bene i formaggi duri (19% della spesa totale del comparto lattiero-caseario) con aumenti del 9,7%. Ma i freschi sono andati meglio (+12,4%); bene anche i formaggi industriali (+8,1%), i molli (+7,9%) e i semiduri (+5,8%). Per lo yogurt spesa in aumento del 4,3% dopo il timido +0,2% del 2019.
Pesce
Duramente colpito durante il lockdown, il comparto ittico ha visto crollare la domanda per il pesce fresco, un segmento che rappresenta poco meno della metà di tutto il comparto, per via della limitatissima conservabilità del prodotto. La chiusura del canale Horeca ha fortemente penalizzato il settore ittico. Nel primo semestre del 2020 il calo è stato del 6,1%, fino a settembre del 2,1%. Bene invece i surgelati, che hanno mantenuto un aumento in tutti questi nove mesi anche con l’allentamento delle restrizioni: la spesa è salita in totale del 16,5%. Contenuto, infine, lo slancio delle conserve (prevalentemente tonno in scatola): nel primo semestre la crescita è stata a doppia cifra, poi in totale sotto la media del periodo, con un rialzo del 5,9%.
Foto: Pixabay
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