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Ismea, crescono i prezzi dei prodotti avicoli. Carni bovine ancora in difficoltà

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carne avicola

In rialzo i prezzi del comparto avicolo, mentre persistono le difficoltà del settore delle carni bovine. È quanto emerge dall’Overview pubblicata dall‘Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ogni settimana analizza l’andamento dei mercati agroalimentari. Secondo l’ente, la rivalutazione dei prezzi ha interessato soprattutto i principali tagli di pollo e tacchino. Anche il mercato dei conigli mostra qualche miglioramento, per lo più associato a una brusca contrazione dell’offerta di capi disponibili e a una maggiore attività promozionale da parte della grande distribuzione. L’emergenza aviaria negli Usa ha anche riportato vitalità sul circuito delle uova, che adesso vengono collocate bene sia in ambito nazionale, sia sui mercati esteri europei prima forniti dagli Stati Uniti.

Il mercato delle carni bovine resta, invece, fortemente depresso. Le ultime quotazioni dei principali tagli freschi nazionali sono ormai allineati a quelli della concorrenza estera. Per quanto riguarda i suini, sebbene le ultime contrattazioni non abbiano evidenziato novità sul fronte dei prezzi, l’evoluzione degli scambi dovrebbe favorire una lenta ma graduale ripresa delle quotazioni sia del vivo sia delle carni industriali e da consumo.

La situazione dei prodotti lattiero-caseari resta invariata. Il mercato dei formaggi grana si è attestato su livelli decisamente inferiori rispetto allo scorso anno, anche perché la domanda interna stenta a mostrare segnali di ripresa. Anche i prezzi delle materie grasse risultano particolarmente bassi: in Europa le quotazioni del burro e del latte scremato in polvere hanno raggiunto i minimi storici dall’autunno del 2009. La scarsa redditività della filiera è dovuta al basso livello dei consumi interni e al fatto che i prezzi all’export sono piuttosto contenuti. In particolare, il mercato internazionale e quello comunitario risentono del significativo vuoto di domanda verificatosi a seguito della brusca frenata delle importazioni cinesi e della crisi politico-economica in Russia.

Il mercato interno dei vini italiani è ancora contratto. La dinamica si rivela positiva solo per le denominazioni di origine, mentre la pressione internazionale si riflette negativamente soprattutto sul segmento dei vini comuni. Per quanto riguarda l’olio di oliva, le quotazioni dell’extravergine potrebbero registrare ulteriori lievi flessioni, seppure in un contesto caratterizzato da un’offerta in fase di esaurimento. Nel circuito del lampante spagnolo, invece, saranno possibili ritocchi al rialzo. Più che confortanti i riscontri sullo stato vegetativo delle colture, grazie ad un’ottima allegagione segnalata soprattutto negli oliveti del sud.

Sui mercati dei frumenti prevale un clima di attesa. La raccolta è ormai avviata in alcuni areali del Sud Italia: rese e qualità delle nuove produzioni sembrano soddisfacenti. Restano stazionari i mercati di granoturco e soia.

Listini al ribasso per la frutta di stagione. Sul mercato delle albicocche resta pressante l’offerta spagnola. Invece, quello delle fragole è connotato da un progressivo ridimensionamento dell’offerta dai poli produttivi del Meridione, compensato dai distretti del Nord. Anche per le ciliegie, gli scambi proseguono con regolarità, ma al Sud le quotazioni mantengono uno scarto negativo rispetto all’anno scorso, quando la produzione era risultata quantitativamente più scarsa. iniziata la campagna di commercializzazione per pesche e nettarine. La raccolta ha avuto inizio negli areali meridionali con due settimane di ritardo, mentre al Nord è risultata in linea con i normali calendari di raccolta. Nelle prime battute, il mercato è dominato dalla presenza del prodotto spagnolo, ma una domanda particolarmente interessata sta rendendo agevole anche il collocamento della merce nazionale.

Il forte rialzo delle temperature, balzate su livelli superiori alle medie stagionali, ha influenzato il mercato degli ortaggi, aumentando l’offerta nazionale. L’entrata in produzione del Nord Italia ha determinato la riduzione dei prezzi di zucchine, melanzane, pomodori, meloni e angurie. Nel comparto delle patate novelle si registrano i primi scavi nella provincia di Rovigo, con valori superiori a quelli di esordio del 2014.

 

Foto: Pixabay

n.c.