Home Attualità Ogm: cosa ne sanno i consumatori? (e cosa devono fare le imprese)

Ogm: cosa ne sanno i consumatori? (e cosa devono fare le imprese)

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Fin quando i consumatori vedranno l’ingegneria genetica applicata alle piante come una tecnologia senza benefici, se non per gli agricoltori, gli ogm resteranno invisi alla maggioranza di essi. A dirlo è David Just, condirettore del Cornell Center for Behavioral Economics in Child Nutrition Programs, secondo cui i vantaggi delle biotecnologie, come la riduzione dell’uso di pesticidi o l’aumento della disponibilità di cibo per il terzo mondo, restano nell’ombra. Secondo Just, “lo stigma che è stato a lungo un fattore europeo”, ostacolando, secondo l’economista, anche lo sviluppo nei Paesi più poveri, si sta pericolosamente risvegliando negli Usa.

 

La motivazione principale, dice ancora Just, sta nel fatto che “i consumatori stigmatizzano gli Ogm” e la percezione delle biotecnologie come pericolose non “consente ai consumatori di comprendere le caratteristiche degli Ogm”. Cosa fare, quindi, per far cambiare rotta al dibattito? “Quando ai consumatori se sono presentati con spiegazioni precise i vantaggi diretti per i consumatori, sono molto più disposti ad accettare la tecnologia”, risponde Just. Tra le informazioni che dovrebbero essere portate al largo pubblico, ad esempio, c’è l’aumento di produttività, ma anche la riduzione dei prezzi dei beni stimabile tra il 4% e il 10%.

 

Altri esempi virtuosi: in India l’uso di varietà ogm di melanzane ha permesso di ridurre l’uso di pesticidi aumentando i raccolti. Se si vuole invertire la tendenza che alimenta paure irrazionali, dice Just, “le imprese che producono Ogm devono compiere uno sforzo concertato per comunicare sia i benefici diretti per la salute dei consumatori degli Stati Uniti” che si sono concretizzati in minor chimica nella produzione sia “quelli indiretti per i Paesi in via di Sviluppo dati da cibo più abbondante e a basso costo”.

 

Foto: © Aleksei Potov_Fotolia