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“Prodotti di qualità per lo svezzamento: questa la nostra sfida”

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Tre generazioni in azienda e una quarta sulla rampa di lancio. Da oltre mezzo secolo la famiglia Mayer è uno dei nomi storici nella produzione di mangimi e la Famavit, l’azienda di famiglia, è una realtà consolidata del settore. Con base a Pompiano, a pochi chilometri da Brescia, l’azienda ha però una vocazione che supera i confini locali.

“Famavit nasce nel 1956 grazie alla passione di mio padre Giuseppe per la nutrizione animale”, racconta l’amministratore delegato Piero Mayer. “Lui era dirigente in una grande azienda agricola e ha cominciato a condurre delle ricerche sui mangimi per vacche da latte e vitelli”. I vitellini sono diventati il segmento di mercato di riferimento della società, insieme ad altri animali da svezzamento come i suinetti da 0 a 30 chili.

L’obiettivo di Famavit è dare una soluzione adeguata a ogni esigenza. Ciò ha portato allo studio, alla formulazione, alla produzione e alla commercializzazione di mangimi composti, completi e complementari anche medicati, prodotti intermedi, premiscele di additivi in particolare per suini e bovini.

Qual è la sfida che Famavit affronta ogni giorno dal 1956?

“La specializzazione: la nutrizione dei giovani animali è un settore complicato, i nostri “consumatori” sono diversi dagli animali all’ingrasso. La sfida è dare prodotti di qualità, sempre più competitivi. Per questo ci impegniamo nella ricerca, per fornire ricette alimentari sempre più sofisticate secondo le necessità specifiche della nostra clientela. La concorrenza c’è ma è ridotta, e circoscritta al mercato italiano”, spiega l’amministratore delegato.

Qual è il rapporto di Famavit con il territorio?

“Siamo al centro di uno dei comprensori agricoli più importanti d’Italia, la pianura bresciana. Una terra che è il cuore della zootecnia lombarda e italiana, della filiera suina; siamo proiettati verso la Pianura Padana oltre i confini regionali, guardiamo al consorzio del Prosciutto di Parma e del Prosciutto San Daniele, ma dall’altro lato siamo a contatto con la filiera del latte, con le aziende che producono il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Siamo circondati dalle eccellenze dell’agricoltura italiana, un territorio costellato di marchi Dop”.

Di quali materie prime si serve Famavit?

“Le materie prime sono i classici cereali in prevalenza cotti, perché il nostro obiettivo è aumentare la digeribilità degli alimenti senza trascurarne l’appetibilità, ma anche i prodotti lattiero caseari, come sieri e polveri di latte, cercando di valorizzare la filiera corta”.

Negli ultimi anni quali problemi ha dovuto affrontare l’azienda?

“Abbiamo affrontato, e cercato di superare, i problemi della filiera suina che ha visto l’abbattimento di numerosi capi. Il numero dei riproduttori è diminuito da 700mila a circa 400mila capi. Una base ristretta che però ci ha permesso di resistere vista la nostra vocazione a servire una nicchia di mercato ad alta specializzazione”.

Vito Miraglia