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Erba medica: sul mercato la sfida è la Qualità

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I campi sono verdi a perdita d’occhio, tra le province di Rovigo e Ferrara, nel Parco del Delta del Po, e forniscono un’erba medica riconosciuta per le sue caratteristiche nutrizionali. Da quando il fondatore,Giuseppe Forte, ha dato vita, 55 anni fa, ettaro dopo ettaro, all’azienda di famiglia.

 

Siamo al fianco dei migliori allevatori e mangimisti da oltre 50° anni”

 

Il testimone è poi passato a Leonardo e Luigi Forte, la seconda generazione alle prese con un mercato che è cambiato rapidamente, globalizzandosi. E così quasi stupisce pensare che quel prodotto che fino a qualche anno fa finiva nelle stalle del Nord Italia adesso venga venduto in giro per il mondo. Il segreto? “Nessun segreto: si sono aperti nuovi mercati quindi ci siamo fatti conoscere ”, racconta Leonardo Forte. Investendo in internet, facendo fiere, incontri aziendali, contatti diretti, marketing e flessibilità commerciale sono le armi per varcare mari e frontiere, e oggi molta parte della produzione viene esportata.

 

L’erba medica Forte è un foraggio ideale per le bovine da latte e per tutti i ruminanti. Il marchio indica un saper fare aziendale, ma è quasi un aggettivo qualificativo. “Forte”, appunto. Prima di tutto c’è la coltivazione. “Attualmente coltiviamo circa 3000 ettari di terreno localizzati nell’area del parco del Delta del Po zona vocata per la coltivazione dell’erba medica”. Cinque/Sei sfalci, che vogliono dire in tutto circa 16mila ettari di terreno lavorato dai quali vengono prodotte circa 30.000 tonnellate all’anno di erba medica disidratata. “La nostra produzione di medica si suddivide tra i pellet destinati prevalentemente ai mangimisti e i balloni a fibra lunga destinati agli allevamenti da vacche da latte, ovini e caprini”, continua Forte. “Vogliamo dare al cliente un prodotto che aumenti la sua redditività – puntualizza l’imprenditore – e offrire un servizio sempre migliore, su misura, stando attenti a capire i bisogni di ciascuno”. Dal campo all’azienda il percorso è rigorosamente controllato, per assicurare la salubrità della materia prima: la pre-essicazione è limitata. Così i nutrienti vengono garantiti. Il processo di lavorazione è programmato attentamente: il prodotto sta fermo il tempo idoneo alla trasformazione e non di più. Di qui alla consegna tempestiva agli allevatori e ai mangimisti italiani e stranieri il passo è breve.

 

La qualità si fonda sulla sicurezza

Sono cinque le certificazioni di qualità: a quella ormai comune, la Iso, si aggiungono la certificazione sulla tracciabilità e rintracciabilità, la certificazione volontaria di prodotto, la certificazione Haccp, la certificazione CODEX ASSALZOO. “Da pochi mesi siamo iscritti all’Albo dei fornitori certificati del Consorzio del Parmigiano Reggiano – spiega Forte -. Abbiamo un laboratorio di analisi interno, in cui controlliamo tutto il prodotto sia in entrata che in uscita. Si tratta di una fase molto delicata per la nostra produzione – continua – in cui è cruciale il controllo continuo del livello di umidità e quello del contenuto di proteine e fibre”. Senza dimenticare l’innovazione, frutti di investimenti mirati. Fa parte di un management accorto la flessibilità sull’ideazione di nuovi prodotti per seguire il mercato. “Bisogna sapere in quale fase del processo produttivo è bene sviluppare o disinvestire”, dice Forte. Come nel caso di nuovi prodotti, i wafer nella linea Forte Wafer, destinati a cavalli atleti, che hanno affiancato gli altri prodotti di punta dell’azienda: AlfalfaPremium e Alfalfa80.

 

Alla domanda sulla situazione economica e il futuro Leonardo Forte sfodera tutta la prudenza dell’imprenditore che tiene sotto controllo prima di tutto i conti. Poche parole, che dicono molto di più di tanti discorsi. La crisi economica di questi anni cosa ha significato? “Nel nostro settore ha pesato l’aumento dei costi, soprattutto quelli energetici, e la concorrenza di foraggi a basso costo e di qualità molto spesso inferiori – spiega Leonardo Forte – rispetto ad una erba medica disidratata. Per fronteggiare questo fenomeno noi vendiamo qualità “Valore” nel senso che non si possono vendere “Sconti” abbassando i prezzi, perché erodono il margine delle aziende, quindi la redditività e la stessa sopravvivenza delle stesse. Adesso, ad esempio, siamo concentrati più sul cliente che sulla produzione – afferma l’imprenditore – e per il momento non faremo investimenti significativi. Aspettiamo di vedere cosa succederà”. Un passo alla volta.

 

Foto: © EwaStudio_Fotolia

Cosimo Colasanto