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Usda: “I prodotti ottenuti con l’editing genomico non sono Ogm”

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Le piante realizzate con le procedure di editing genomico (o genetico) non devono essere considerate organismi geneticamente modificati (Ogm). Lo ha affermato il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), precisando che i sistemi Crispr/Cas9 e Talen utilizzano una molecola di Rna o una proteina per modificare il genoma dell’organismo vegetale, senza introdurre alcuna sequenza genetica esterna nel Dna della pianta.

L’Usda ha affermato che l’impiego delle tecniche di editing genomico permette di ottenere organismi geneticamente “ottimizzati”, piuttosto che organismi geneticamente modificati. Non prevede, infatti, l’introduzione nel genoma della pianta di geni provenienti da organismi vegetali, microbici o animali diversi. In particolare, il sistema Crispr/Cas9 permette di modificare singole lettere del codice genetico, senza aggiungere o togliere le altre.

Secondo gli scienziati che le hanno messe a punto, l’utilizzo di queste procedure sarebbe in grado di migliorare le caratteristiche di un organismo vegetale, perché permetterebbe di disattivare, con estrema precisione, alcuni geni che potrebbero danneggiarlo. Ma potrebbe anche servire a migliorarne le caratteristiche estetiche: per esempio, gli scienziati della Penn State University (Usa) hanno impiegato la tecnica Crispr/Cas9 per produrre un tipo di funghi che, dopo essere stati tagliati, non diventano scuri restando a contatto con l’aria. I ricercatori spiegano di essere stati in grado di eliminare questa spiacevole caratteristica, rendendo inattivo il gene che porta il fungo a diventare scuro, senza introdurre nel suo genoma nessun Dna estraneo.

Dopo averlo esaminato, l’Usda ha concluso che il fungo non può essere considerato un Ogm. Di conseguenza, non può neanche essere soggetto alle procedure di approvazione cui sono generalmente sottoposti tutti gli organismi geneticamente modificati. Tuttavia, ha precisato che i prodotti realizzati attraverso l’impiego delle tecniche di editing genetico potrebbero essere sottoposti al vaglio di altre autorità, come la Food and Drug Administration (Fda) e l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa).

Foto: © Mopic – Fotolia.com

Nadia Comerci