“Dare cibo crudo agli animali domestici non è coerente con la salute di animali e padroni”. È la sintesi di un alert della Food and Drug Admninistration, l’ente regolatorio americano per la salute pubblica e i farmaci. Gli esperti americani, infatti, mette in guarda dalla somministrazione a cani e gatti di cibi non cotti, in particolare ossa, carne e frattaglie “che possono contenere microrganismi a rischio di infezione”, ha spiegato William Burkholder, che guida la sezione veterinaria della Fda.
In particolare, l’Fda mette in evidenza che i rischi maggiori sono dati dalla Salmonella e dalla Listeria, microrganismi che si diffondono proprio grazie agli alimenti crudi dati in pasto gli animali, abitudine che molti proprietari di animali domestici hanno sicuri di quanto avviene comunemente in natura. Ma in natura, per quanto riguarda gli animali selvatici non abbiamo numeri certi sul numero di infezioni, affermano Burkholder e colleghi A volte, sottolineano gli esperti americani, “il cibo crudo può far stare male i nostri animali anche se non viene manipolato correttamente”. Prima di finire in ciotola la carne, di pollo o manzo che sia, deve essere cotta, per evitare che ci siano contaminazioni. Vomito, diarrea, febbre, perdita di appetito sono i sintomi che si registrano negli animali colpiti da salmonellosi, mentre la Listeria dà anche sintomi neurologici. L’avvertimento dei sanitari americani tocca anche gli umani: gli animali infetti, infatti, possono non presentare sintomi sospetti, ma ciò non toglie che potrebbero essere portatori sani del microrganismo e potrebbero diffonderlo negli ambienti in cui vivono.
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Cosimo Colasanto