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Muffe e micotossine:“Esaminare i mangimiper il benessere degli animali”

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Esaminare la composizione e la salubrità dei singoli ingredienti dei mangimi e individuare nuove tecniche di stoccaggio delle colture per evitare la crescita di muffe: è questo il modo con cui si potrebbe ridurre al minimo i rischi che la salute degli animali da allevamento corrono, in particolare quest’anno, a causa dell’eventuale contaminazione dei mangimi da parte di muffe e altri organismi patogeni. La strategia è stata suggerita da Nick Adams, direttore vendite della Alltech, azienda  leader mondiale nella nutrizione animale. Secondo uno studio condotto proprio da un gruppo di studiosi della Alltech e pubblicato sulla rivista AllAboutFeed, infatti, i raccolti di mais e frumento del 2013 sono stati caratterizzati da livelli altissimi di contaminazione da micotossine – il 99% dei campioni esaminati è risultato contaminato da una micotossina e l’83% da micotossine multiple – e questa contaminazione potrebbe avere importanti ricadute sulla salubrità dei mangimi e, di conseguenza, sulla salute degli animali che di questi mangimi si nutrono. 

 


L’assunzione di mangimi contaminati anche da bassi livelli di micotossine può essere molto pericolosa per la salute degli animali: si va da problematiche legate allo scarso accrescimento ponderale, a problemi digestivi, all’abbassamento dell’efficienza del sistema immunitario. “Rispetto ai sintomi provocati dal consumo ‘in acuto’ di alti livelli di micotossine, però, i sintomi da ‘esposizione cronica’  risultano più difficili da identificare – spiega Adams -. Ecco perché è importante che gli allevatori mantengano una stretta vigilanza su tutto il bestiame in modo che possano individuare i problemi ed essere pronti a intervenire per porre rimedio alla situazione, se necessario”.

 


Per quanto riguarda le azioni che possono essere messe in pratica per evitare che una situazione simile si ripeta anche con il prossimo raccolto, Adams spiega che le buone pratiche agricole sono fondamentali per evitare che le piante vadano incontro a situazioni di stress che facilitano la formazione di muffe. “Detto questo, tuttavia – precisa Adams – non si può a meno di notare che le condizioni climatiche giocano un ruolo importante nello sviluppo di muffe e micotossine. E, in questo caso, non c’è molto che si possa fare”.

 

Foto: Pixabay

m.c.