Il tempo passa anche per i nostri piccoli amici a quattro zampe, che, come noi, devono modificare la loro dieta per restare in forma. All’età di circa otto anni, infatti, i gatti perdono il caratteristico vigore giovanile e devono seguire un’alimentazione equilibrata per scongiurare il rischio di sviluppare patologie croniche. Tocca a noi, pertanto, fare in modo che la vecchiaia non ne indebolisca salute e costituzione, modificandone, dal punto di vista qualitativo piuttosto che quantitativo, le abitudini alimentari. In particolare, per evitare lo sviluppo di obesità o cachessia (stato di deperimento organico, caratterizzato da estrema magrezza, riduzione delle masse muscolari e assottigliamento della cute), dobbiamo assicurarci che assumano sempre un corretto apporto di sostanze minerali, acidi grassi, aminoacidi essenziali, sostanze antiossidanti, fibre solubili e insolubili. A spiegarcelo è la professoressa Monica Isabella Cutrignelli, docente di “Nutrizione e alimentazione animale” presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II, alla quale abbiamo chiesto come possiamo prenderci cura dei nostri animali domestici in questa delicata fase della loro vita.
A che età un gatto diventa anziano?
Il processo d’invecchiamento nel gatto, come nelle altre specie animali è progressivo per cui non è facile definire una precisa età oltre la quale considerare un soggetto anziano. L’invecchiamento consta di una serie di cambiamenti irreversibili che possono determinare un insieme di patologie connesse all’età, quali problemi dentari, insufficienza renale, patologie delle basse vie urinarie, neoplasie, obesità, diabete e fenomeni artritici. Tendenzialmente i gatti di età superiore o uguale agli otto anni possono essere considerati “maturi”, “senescenti” o “geriatrici” in funzione delle loro condizioni generali. Infatti, lo stato di salute influenza le condizioni generali che non sempre riflettono esattamente l’età anagrafica del gatto: ad esempio soggetti affetti da insufficienza renale o da altre patologie cronico degenerative mostrano aspetto e condizioni generali peggiori rispetto a quelle di soggetti più anziani ma sani.
I gatti in età avanzata possono continuare a nutrirsi come in passato o sarebbe preferibile modificarne l’alimentazione?
Sicuramente con il progredire dell’età sono necessari alcuni aggiustamenti della dieta volti a limitare il rischio dell’instaurarsi di affezioni croniche e/o a rallentarne il decorso. In linea di massima le variazioni della dieta sono influenzate dallo stato nutritivo del soggetto e dalla presenza o meno di sintomi clinici. Si tratta prevalentemente di aggiustamenti qualitativi più che quantitativi. Infatti, con il progredire dell’età aumenta l’incidenza di obesità e di cachessia, condizioni opposte, ma che incidono negativamente sull’aspettativa di vita e sulla qualità della stessa. Particolare attenzione deve essere volta alla concentrazione in elementi minerali della dieta sia per ridurre il rischio di disidratazione che per limitare la progressione di patologie degenerative, come l’insufficienza renale, l’insufficienza cardiocircolatoria e la FLUTD, quest’ultima fortemente connessa al progressivo calo del pH urinario, che si osserva nella specie felina con l’avanzare dell’età. In particolare dovrebbero essere limitati i livelli di calcio, fosforo e sodio, mentre gli apporti dietetici in potassio e magnesio dovrebbero aumentare. I lipidi e le proteine somministrate devono essere caratterizzate da un buon profilo acidico ed aminoacidico, in modo da garantire gli apporti necessari di acidi grassi e aminoacidi essenziali. Infine, le diete per i soggetti anziani sono solitamente integrate con livelli crescenti di sostanze antiossidanti (quali tocoferoli e selenio) e di fibre solubili e insolubili, al fine di favorire la corretta peristalsi e la salute della flora batterica intestinale, fortemente connessa al sistema immunitario dell’animale. Se i gatti sono abituati a mangiare mangimi industriali esistono in commercio numerosi prodotti formulati per soddisfare i loro specifici fabbisogni, quando, invece, si tratta di gatti abituati a mangiare diete casalinghe è sempre bene rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per farsi formulare una dieta specifica.
Con il passare degli anni, i gatti potrebbero fare più fatica a digerire alimenti che prima consumavano senza problemi?
Sicuramente con il progredire dell’età si osserva maggiore difficoltà nella prensione e masticazione degli alimenti, legata a patologie del cavo orale e/o ad alterazioni delle mucose buccale e nasale che possono rendere il gatto inappetente o indurlo ad assumere corpi estranei. Si osserva, inoltre, progressivo rallentamento della peristalsi, e minore capacità di secernere enzimi digestivi, il tutto si traduce in minore efficienza di utilizzazione digestiva dei principi nutritivi somministrati con la dieta. Pertanto, nella formulazione delle diete per gatti anziani si prediligono materie prime di ottima qualità, caratterizzate da elevata digeribilità con consistenza più morbida e forma che ne faciliti la prensione. Se i gatti mangiano diete casalinghe, si consiglia di somministrare la dieta leggermente riscaldata (39-40 °C) e, qualora sussistessero problemi buccali di sminuzzarla finemente.
È vero che in vecchiaia i gatti non riescono a digerire bene i grassi e le proteine?
Come detto in precedenza, l’efficienza digestiva tende progressivamente a ridursi ed è necessario ricorrere a materie prime di ottima qualità, ad esempio nel caso della carne è opportuno ripulire i pezzi al fine di limitarne il contenuto in tessuto connettivo. Così come appare più opportuno nei soggetti maturi aggiungere alla dieta oltre che fibre insolubili come la cellulosa, presente nella crusca, alcune sostanze prebiotiche, quali lieviti e fruttoligosaccaridi, che oltre a favorire l’utilizzazione digestiva di alcuni micronutrienti, contribuiscono ad innalzare le difese immunitarie.
È vero che un consumo eccessivo di cibo potrebbe sovraccaricare gli organi debilitati dall’età?
Nel corso della vita di un gatto non è infrequente osservare alterazioni dell’ingestione volontaria di alimenti. Tali alterazioni dell’appetito, spiegano almeno in parte la maggiore incidenza di obesità che si registra progressivamente fino all’età media di otto anni. Data la stretta correlazione esistente fra sovrappeso e patologie dismetaboliche è evidente come in questa fase sarebbe opportuno limitare l’apporto calorico della dieta. Da indagini epidemiologiche appare evidente che in una fase successiva (età > 10 anni), spesso i gatti tendono a perdere massa corporea (sia grassa che magra), andando facilmente incontro a cachessia. In questa condizione i gatti devono ricevere diete ricche in grassi e proteine molto digeribili, al fine di limitare le perdite corporee.
Quali sono gli alimenti più adatti in questa fase della vita?
Come già detto, durante la senescenza è bene somministrare diete bilanciate, altamente digeribili, moderatamente proteiche e caloriche. Nel caso di diete casalinghe, si consiglia l’impiego di alimenti di buona qualità evitando cotture prolungate che potrebbero denaturare alcuni principi nutritivi indispensabili.
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Nadia Comerci