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Fao: diete sane accessibili e stop allo spreco di cibo le priorità

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La promozione di diete sane e la lotta a qualsiasi forma di malnutrizione è il tema scelto dalla Fao per il prossimo biennio 2020-2021. Un tema che concretizza ancora una volta l’impegno dell’agenzia delle Nazioni Unite a perseguire l’Obiettivo numero 2 dell’Agenda di Sviluppo sostenibile: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” entro il 2030. Ad annunciarlo il direttore generale Qu Dongyu nel corso della Giornata mondiale dell’Alimentazione che la Fao ha celebrato il 16 ottobre, nell’anniversario della sua fondazione. E per fare questo è necessario anche ripensare alle risorse che vengono coltivate in agricoltura, cercando di valorizzare prodotti più nutrienti come frutta e verdura. 

Le condizioni dell’alimentazione e della nutrizione nel mondo sono ancora preoccupanti. Lo spreco di cibo supera abbondantemente il miliardo di tonnellate ogni anno. Coesistono poi sovrappeso, obesità e malnutrizione e l’accesso al cibo è ineguale: “La quantità di cibo sprecato a livello globale è sufficiente a sfamare altri due miliardi di persone. La soluzione alla fame è nelle nostre mani: basta solo gestire meglio il cibo che già abbiamo. Se lavoriamo uniti, possiamo raggiungere Fame Zero”, ha detto David Beasley, il direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale. L’appello per la collaborazione di tutti gli attori coinvolti è stato condiviso dallo stesso Qu Dongyu che ha salutato con favore la proposta del segretario generale dell’Onu Guterres di dedicare un summit nel 2021 proprio ai sistemi alimentari.

Incentivi e innovazione in agricoltura

Il traguardo dell’Obiettivo 2 è distante e gli ostacoli lungo il percorso sono rappresentati dalla fame e dalla malnutrizione. Nel mondo – ha ricordato il direttore della Fao – ci sono oltre 820 milioni di persone che soffrono la fame. Tuttavia, se da un lato il numero di persone cronicamente sottoalimentate è cresciuto, la percentuale rispetto al totale della popolazione è in calo. Accanto a queste, poi, ci sono quelle che invece seguono regimi alimentari scorretti e che sono in sovrappeso oppure obese: più di due miliardi di adulti e quasi 380 milioni di bambini e adolescenti. Questo indica come le diete sane non siano ancora ampiamente diffuse su scala globale.  

Sono diversi i fattori che contribuiscono a questi regimi alimentari poco salutari e alcuni affondano le radici proprio nei sistemi agricoli. Gli alimenti freschi e prodotti localmente hanno poco spazio nei mercati di diversi Paesi. Inoltre spesso si continua a preferire la coltivazione di colture di base sacrificando prodotti più nutrienti come frutta e verdura ma anche uova e latte. Soprattutto nei Paesi più poveri questi prodotti possono essere molto costosi e quindi meno accessibili. Nei Paesi più ricchi, dall’altro lato, gli alimenti poco sani sono più convenienti e il loro consumo sostiene l’aumento di peso, così come la tendenza a mangiare sempre più spesso fuori casa, nei fast-food e a preferire prodotti molto calorici a quelli di stagione. 

Le soluzioni comprendono un aumento degli incentivi per i produttori agricoli e un maggior uso della tecnologia lungo la catena del valore, mentre per i consumatori è utile poter avere a disposizione alimenti con etichette più leggibili e chiare. Quest’ultimo apsetto chiama in causa decisori politici e aziende. Anche un commercio più sostenbile, che metta al centro la nutrizione e la sicurezza alimentare, può essere utile per la promozione di diete più bilanciate per contrastare l’emergenza fame nel mondo.

 

Foto: Pixabay

redazione