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Ogm, pubblicati i risultati del “Piano nazionale 2016”

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I prodotti alimentari presenti sul mercato italiano rispettano i requisiti di etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando una corretta informazione al consumatore. Inoltre, in Italia la presenza di organismi geneticamente modificati (Ogm), autorizzati e non, negli alimenti continua a essere limitata e in concentrazioni molto basse. È quanto emerge dal “Piano nazionale di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) negli alimenti” relativo al 2016, predisposto dal Ministero della Salute in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli Ogm (Crogm) e l’Istituto superiore di sanità.
Il documento illustra i risultati delle attività di controllo svolte dalle Autorità sanitarie regionali e provinciali, in applicazione della normativa quadro del settore degli Ogm, i regolamenti comunitari 1829/2003 e 1830/2003, e del regolamento CE 882/2004 relativo ai controlli ufficiali. Il 2016 è il secondo anno della programmazione del “Piano Nazionale Ogm 2015-2018”.
Nel 2016, il numero complessivo dei campioni analizzati, appartenenti a diverse matrici alimentari, è stato di 805: 682 sono stati effettuati sul territorio, mentre 123 riguardano l’attività d’importazione.

Controlli sul territorio – Le ispezioni hanno riguardato prodotti trasformati e materie prime costituite principalmente da mais, soia e riso. Per quanto riguarda le matrici analizzate, 579 campioni sono stati prelevati nel circuito convenzionale e 103 nel circuito biologico. Circa il 38% (260 campioni) ha interessato granelle, creme e farine di mais, di riso e miste; il 15,4% (105 campioni) prodotti della pasticceria, panetteria e biscotteria; il 14,7% (100 campioni) latte vegetale e prodotti a base di latte vegetale; il 9% (62 campioni) pasta e noodles; il 4% (27 campioni) snacks, dessert e altri alimenti; infine, meno del 3,5% prodotti per lattanti e bambini, legumi e semi oleaginosi, preparazioni gastronomiche e integratori alimentari. Su 682 campioni prelevati e analizzati, la percentuale di quelli positivi è stata del 3%, con una sola non conformità per mancata etichettatura. Il risultato, si legge nel rapporto, “conferma sempre di più sia la consapevolezza crescente degli operatori del settore alimentare che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera alimentare, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, sia l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto”.

Controlli all’importazione – Le verifiche hanno riguardato 123 campioni. Le matrici maggiormente interessate sono state pasta e noodles (67%), granelle, creme e farine di mais, di riso e miste (18%), legumi e semi oleaginosi (5%) preparazioni gastronomiche (3,3%). Nel 2016 un solo campione è risultato positivo per la presenza di colza GT73.

Conclusioni – Anche nel 2016 si conferma la costante e specifica attenzione di tutte le Regioni e Province Autonome sulla tematica degli Ogm, e la valutazione generale dei risultati è positiva. I prodotti alimentari immessi sul mercato italiano nel 2016 hanno rispettato i requisiti di etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando una corretta informazione al consumatore. Inoltre, in Italia la presenza negli alimenti di Ogm, autorizzati e non, continua a essere decisamente limitata e in concentrazioni estremamente basse, come dimostra l’assenza di non conformità all’importazione e di una sola etichettatura non conforme sul mercato nazionale.

Foto: © Alex011973 – Fotolia.com

redazione