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Fonti energetiche alternative nell’alimentazione della vacca da latte: la granella umida di frumento insilata.

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Fonti energetiche nella razione della bovina da latte

 

Il settore dei bovini da latte è stato negli ultimi tempi al centro dell’attenzione a livello nazionale ed internazionale per le delicate vicende che lo hanno interessato. Dai dati del 6° Censimento generale dell’agricoltura emerge una progressiva contrazione del numero delle aziende che, rispetto all’anno 2000, è stata pari al 32,2% (ISTAT, 2011). Questi dati testimoniano l’evidente difficoltà in cui versa attualmente il comparto agricolo insieme a quello zootecnico a causa dei costi eccessivi che si trovano a dovere fronteggiare. Uno dei problemi maggiori è il continuo rincaro delle materie prime di base, quali la farina di estrazione di soia e farina di mais in particolar modo, alimenti che essendo esclusivamente di importazione si caricano di ulteriori costi legati al trasporto e sono esposti più di altri al rischio contaminazione, provenendo da paesi extraeuropei; ciò si traduce in maggiori costi di alimentazione e maggiore esposizione a rischi legati alla qualità delle materie prime utilizzate. Il mais è sempre stato la fonte energetica per eccellenza utilizzata in alimentazione animale, per tutte le categorie di allevamento, perché unisce alla qualità della granella, la facilità nei trattamenti termo-meccanici a cui può essere sottoposto per aumentarne la digeribilità, in particolar modo quella dei carboidrati non strutturali (NSC). La lievitazione del prezzo di tale materia prima impone uno sforzo notevole da parte delle aziende zootecniche, che così facendo vedono sempre più assottigliarsi i loro guadagni. Per tale motivo negli ultimi tempi si è cercato di individuare una fonte energetica alternativa in grado di sostituire il mais nelle razioni per bovine da latte, senza tuttavia stravolgere i piani alimentari aziendali e, soprattutto, senza provocare nell’animale l’insorgenza di dismetabolie nutrizionali nè compromettere le produzioni a livello quali-quantitativo. Il cereale che più di ogni altro si avvicina, per la sua composizione chimico-nutrizionale, al mais è il frumento (Cevolani, 2005) poco utilizzato in alimentazione animale, sia perché l’amido è più velocemente fermentescibile a livello ruminale, sia perché il suo eventuale impiego è subordinato a diversi fattori: il prezzo di mercato, eccedenze produttive, non conformità ai requisiti richiesti per la panificazione. Tuttavia alfine di limitare l’inconveniente legato alla fermentescibilità dell’amido, si può intervenire anticipando la raccolta della granella di frumento e/o adottando dei processi di conservazione, quali ad esempio l’insilamento. Inoltre, la scelta del frumento in sostituzione al mais è anche dettata e sostenuta dalle differenti esigenze idriche dei due cereali. Il frumento infatti è una pianta adatta a svolgere la gran parte del suo ciclo biologico durante la stagione fredda, da qui la collocazione tra i cereali microtermi, e predilige, a fine ciclo biologico, temperature elevate; di contro il mais è un cereale dalle esigenze idriche e termiche totalmente opposte (Baldoni e Giardini, 2000). Nelle regioni del Sud Italia, in Sicilia particolarmente, la stagione estiva è caratterizzata da lunghi periodi di carenze idriche, quanto detto orienta le scelte dei produttori e degli allevatori a valorizzare ancora di più il frumento in modo da aumentarne le produzioni ed avere una disponibilità maggiore da riservare all’alimentazione animale.

 

Obiettivo della sperimentazione

 

Considerato che l’alimentazione della vacca da latte ricopre un ruolo fondamentale nell’efficienza tecnico economica dell’azienda zootecnica, con un’incidenza del 60% circa sulla determinazione dei costi totali, e che la gestione della razione è uno dei principali fattori che influenza lo stato di salute delle bovine condizionando lattazione, qualità e quantità di latte prodotto (Dell’Orto e Savoini, 2005), obiettivo del lavoro è stato quello di valutare gli effetti della graduale sostituzione della granella umida di frumento insilata, come fonte energetica alternativa alla farina di mais, sulla produzione e qualità del latte di bovine di razza Frisona Italiana, al fine di monitorare eventuali cambiamenti nei parametri tecnologici del latte nel periodo fisiologico di adattamento dell’animale al nuovo prodotto somministrato.

 

La prova sperimentale

 

Animali e diete – Per la prova sono state selezionate 40 bovine di razza Frisona Italiana, suddivise in 2 gruppi da 20 soggetti, denominati CTR e TRT, omogenei per età (3 anni), giorni di lattazione (168±30), BCS (3,0±0.25) e produzione media giornaliera di latte pari a 24 kg (±4) al 2,7 % di grasso; ciascun gruppo veniva confinato in due differenti box. Le razioni, somministrate con un’unica distribuzione giornaliera e preparate secondo la tecnica dell’Unifeed (total mixed ratio), differivano unicamente per il graduale inserimento, tra gli ingredienti della dieta del gruppo TRT, di granella umida di frumento insilata in sostituzione della farina di mais (gruppo CTR). Le tabelle 1 e 2 riportano le razioni somministrate ai due gruppi sperimentali, la tabella 3 mostra le caratteristiche chimiche delle diete (AOAC, 2005) analizzate in corrispondenza della graduale sostituzione della farina di mais con la granella umida di frumento insilata. La granella di frumento insilata, è stata prodotta dall’Azienda Agricola Eredi Italia Santo di Solarino (SR), sede in cui ha avuto luogo la prova sperimentale. La granella è stata raccolta nei primi giorni del mese di giugno allo stato di maturazione cerosa, con un tenore di umidità pari al 30% circa. Per l’insilamento è stato utilizzato Biotal biograin®, un inoculante biologico in polvere contenente batteri stabilizzanti brevettati ed agenti fluidificanti, messo a punto da Biotal Ltd (Cardiff, UK), studiato per la conservazione della granella umida di frumento mediante un sistema microbiologico. Il prodotto è stato lasciato ermeticamente chiuso per 30 giorni, trascorsi i quali si è reso possibile il suo impiego.

 

Campionamento e analisi del latte – I campionamenti di latte sono stati effettuati all’inizio della graduale sostituzione della granella umida di frumento insilata (0,7 kg di farina di mais e 1,5 kg di granella umida di frumento insilata) e sono continuati fino alla completa sostituzione della farina di mais con la granella umida di frumento insilata (2,2 kg). I due gruppi sperimentali sono stati sottoposti a 4 controlli durante i quali è stata registrata la produzione individuale di latte e sono stati prelevati campioni individuali della mungitura del mattino per le seguenti determinazioni analitiche: pH, grasso, proteine, lattosio caseine, solidi totali, solidi non grassi, urea, densità, acidità titolabile. Ad eccezione del pH, tutti i parametri sono stati analizzati con il Milkoscan FT2 della Foss Italia presso il laboratorio di analisi del Centro Regionale per le Tecnologie Alimentari (CE.R.T.A.) sito presso la Sezione di Zootecnica e Nutrizione Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Messina. I risultati sono stati elaborati con un modello ANOVA bifattoriale (SAS, 2001).

 

Tabella 1 – Composizione della dieta del gruppo CTR

Ingredienti della dieta

Quantità (kg)

Insilato di triticale

13

Fieno-silo di erba medica

7

Insilato di sorgo

8

Fieno di polifita

3,5

Farina di mais

2

Nucleo proteico

2

Orzo

2

Pisello proteico

2

 

Tabella 2 – Graduale inserimento della granella umida di frumento insilata in sostituzione della farina di mais.

 

Gruppo CTR

Gruppo TRT

Giorni

Mais

(kg)

Frumento

(kg)

Mais

(kg)

Frumento

(kg)

0-6

2

/

1,5

0,7

7-14

2

/

1,3

0,9

15-22

2

/

1,0

1,2

23-33

2

/

0,7

1,5

34-60

2

/

0,5

1,7

61-72

2

/

/

2,2

 

Tabella 3 – Caratteristiche composizionali delle diete (%/t.q.)

 

Parametri

CTR

0-72gg

I incl.

0-6gg

II incl. 7-14gg

III incl. 15-22gg

IV incl. 23-33gg

V incl. 34-60gg

VI incl. 61-72gg

pH

3,91

4,25

4,15

4,05

3,96

4,05

4,10

Umidità

52,96

54,48

50,23

48,73

46,01

47,19

48,54

P.G.

6,42

7,47

7,52

7,70

7,52

7,68

7,74

E.E.

0,94

0,85

0,95

0,99

1,06

1,14

1,28

F.G.

11,39

11,48

12,05

12,67

13,54

11,51

12,04

Ceneri

3,22

3,34

3,48

3,60

3,74

3,92

4,06

NSC

15,83

14,45

16,60

15,11

17,55

17,59

13,63

NDF

20,63

19,41

21,22

23,87

24,12

22,48

24,75

ADF

14,13

13,56

14,74

16,55

17,01

15,23

18,63

ADL

2,17

1,95

2,04

2,31

2,41

2,43

2,53

 

 

Produzione e caratteristiche qualitative del latte

 

La tabella 4 riporta i risultati medi dell’intera prova relativi alla produzione ed alle caratteristiche qualitative del latte in funzione delle diete sperimentali.

 

Tabella 4 – Produzione e qualità del latte (media ± ES; P)

 

Gruppo

 

CTR

TRT

ES

Produzione totale (Kg/d)

23,278

24,724

0,6

Proteine (%)

3,39 A

3,17 B

0,04

Proteine (Kg/d)

0,78

0,78

0,02

Caseine (%)

2,69 A

2,52B

0,02

Caseine (Kg/d)

0,62

0,62

0,02

Grasso (%)

3,64

3,50

0,11

Grasso (Kg/d)

0,86

0,86

0,03

Lattosio (%)

4,36

4,59

0,02

Lattosio (Kg/d)

1,08

1,13

0,03

Solidi non grassi (%)

9,02 A

8,77 B

0,03

Solidi totali(%)

12,72 a

12,37 b

0,13

Urea (mg/100ml)

25,68

26,10

0,62

Densità (g/l)

1027,4 A

1026,4 B

0,15

Acidità (°SH)

7,66

7,50

0,1

pH

6,66

6,67

0,01

 

 

Le variazioni più significative (P<0,001) sono state osservate per le percentuali di proteine, caseine, solidi non grassi e per il parametro della densità, con valori più bassi nel gruppo TRT, rispetto al gruppo controllo CTR; tuttavia queste differenze significative si sono annullate confrontando la produzione giornaliera (Kg/d) di proteine e caseine nel latte dei due gruppi sperimentali; quanto detto è da attribuire alla maggiore produzione di latte (+ 1,5 Kg/d) che si è registrata nel gruppo TRT rispetto al gruppo CTR. Considerazioni di particolare importanza sono emerse andando a valutare nel corso della prova l’andamento dei parametri più significativi del latte. In particolare, si è osservato che la produzione giornaliera di latte è risultata, ad ogni controllo, più alta nel gruppo TRT rispetto al gruppo CTR, raggiungendo, nell’ultimo prelievo in concomitanza della totale sostituzione della farina di mais con la granella umida di frumento insilata, il valore di 24,58 Kg/d vs 22,89 Kg/d, rispettivamente nel gruppo TRT e in quello CTR (+ 1,69 Kg/d); il tenore lipidico del latte non ha fatto registrare differenze statisticamente significative tra i due gruppi sperimentali nel corso della prova anche se, nell’ultimo campionamento, sia la percentuale che la produzione giornaliera di grasso nel latte sono risultate più elevate nel gruppo TRT (3,84%; 0,94 Kg/d) rispetto al gruppo CTR (3,65%; 0,82 Kg/d). La produzione giornaliera di proteina nel latte (Kg/d) non ha fatto registrare differenze statisticamente significative fra i due gruppi sperimentali, mentre i valori medi percentuali della proteina sono apparsi significativamente più bassi (P<0,01) nel gruppo TRT rispetto al CTR ad ogni campionamento; tuttavia, nell’ultimo controllo, i valori sono risultati sovrapponibili tra i due gruppi (TRT 3,39% vs CTR 3,42%). Il contenuto in caseina del latte ha fatto registrare lo stesso andamento delle proteine raggiungendo valori sovrapponibili nell’ultimo prelievo sia per i valori medi percentuali che per quelli relativi alle quantità giornaliere. Infine il parametro dell’urea non ha mostrato differenze statisticamente significative fra i due gruppi sperimentali nel corso dei campionamenti.

 

Considerazioni conclusive

 

La graduale sostituzione nel corso della lattazione della granella umida di frumento insilata, come fonte energetica alternativa alla farina di mais, ha consentito l’adattamento degli animali al nuovo alimento, evitando dismetabolie di ordine nutrizionale e permettendo il raggiungimento di risultati quali-quantitativi sovrapponibili tra i latti dei due gruppi sperimentali. Inoltre, la produzione in situ della granella umida di frumento e il suo utilizzo nell’alimentazione delle vacche da latte in sostituzione della farina di mais, acquistata e di importazione, può favorire la valorizzazione delle materie prime prodotte localmente e, rappresentando un alimento di minor costo e qualitativamente competitivo, potrebbe consentire agli allevatori una riduzione dei costi di gestione legati all’alimentazione.

 

Riferimenti bibliografici

A.O.A.C. (2005). Official Methods of Analysis, 18th Edition. Association of Official Analytical Chemists Washington, DC, USA.

Baldoni R., Giardini L. (2000). Coltivazioni Erbacee. Cereali e Proteaginose. Pàtron Editore. Bologna. ISBN 88-555-2541-7.

Cevolani D. (2005). Gli alimenti della vacca da latte. Materie prime e razioni per bovine ad alta produzione. Ed Agricole. Bologna. ISBN 88-506-51-0.

Dell’Orto V., Savoini G. (2005). Alimentazione della vacca da latte. Ed Agricole Bologna ISBN 88-506-4570-8.

ISTAT (2011). 6° Censimento dell’Agricoltura. Istituto Nazionale di Statistica. www.istat.it

SAS Institute (2001). SAS/STAT® User’s Guide Version 8.2, SAS Institute Inc, Cary, NC, U.S.A.

 

Foto: Pixabay

D’Angelo G., Chiofalo B., Panetta C., Italia P., Chiofalo V.